Oggi parliamo della parte più concreta del progetto educativo degli oratori ovvero ciò che riguarda i contenuti della proposta. Si tratta della scelta più concreta concernente un'indicazione di massima sulle cose da fare, le attività, i percorsi che confluiranno nella programmazione annuale.
Ogni proposta cerca di lavorare su uno o più obiettivi di cui abbiamo parlato nell'articolo precedente e la scelta di ogni proposta deve scaturire dalla strategia d'intervento, che abbiamo detto essere il protagonismo giovanile. Occorre domandarsi: questa iniziativa a quali obiettivi risponde? Come si inserisce nella strategia complessiva? Porsi quesiti simili fa rimanere fedeli ai giovani e al Vangelo ed evita che certe attività si portino avanti solo per inerzia, per abitudini, sebbene da tempo se ne sia smarrito il significato.
Se dovessimo pensare al catechismo dei ragazzini, i contenuti di tale proposta probabilmente sarebbero: l'incontro di catechesi settimanale (o quasi), ritiri nei momenti forti, celebrazione di alcuni sacramenti (riconciliazione, eucarestia e confermazione), incontro coi genitori. Per quanto riguarda i cammini formativi degli adolescenti oltre all'incontro settimanale si andrebbero ad aggiungere l'assunzione di un servizio, la frequentazione dei sacramenti, ritiri nei tempi forti, settimane comunitarie, campi invernali ed estivi, e via dicendo. Se fossimo una squadra di pallavolo dovremmo inserire i giorni dell'allenamento, le partite, i ritiri prestagionali, le feste della società sportiva...
Nella nostra UP, gli oratori offrono 6 proposte
- un cortile aperto - con esso si intende quello spazio e quel tempo inzuppati di informalità in cui diversi ragazzi, sotto l'occhio vegliante di almeno un educatore, si possono incontrare e trascorrere parte del pomeriggio in amicizia senza performance da raggiungere, per il gusto di giocare così come avveniva una volta: il cortile rende concreto l'obiettivo della socializzazione e quello della condivisione.
- l'accompagnamento nei compiti - non si tratta di un doposcuola (come purtroppo troppo spesso ed erroneamente viene chiamato) ma di un modo di fare i compiti bene preciso, un metodo che riprendere quello del cooperative learning (apprendimento cooperativo) in cui al centro vi sono i ragazzi stessi che devono cercare di svolgere il proprio dovere in piccolo gruppo, creando comunità, mentre l'animatore e adulto fungono da registi di questo loro protagonismo: l'accompagnamento nei compiti cerca di raggiungere l'obiettivo della responsabilità e della riflessione.
- una serie di LabOratori - i nome si presta bene a giochi di parole in oratorio ma a parte le battute, essi hanno lo scopo di andare a caccia di talenti che devono essere scoperti nei ragazzi, per cui non si tratta di scimmiottare scuole di musica nel caso di LabOratori di chitarra o di essere la brutta copia di un corso di basket nel caso dei LabOratori sportivi; si tratta di avvicinare i ragazzi a strumenti,contesti ed esperienze nuove per loro che hanno solo il compito di solleticare l'appetito, di insegnare l'ABC per incanalare le energie in un eventuale futuro vero corso fatto da veri professionisti: certamente i LabOratori lavorano sulla ricerca dei talenti.
- l'orientamento scolastico per la III media - ma come non lo fanno già le scuole? Sì e no. Nel corso della mia esperienza ho notato che le scuole più che formazione sull'orientamento fanno informazione sulle scuole superiori, su ciò che esse offrono. Si concentrano sul contenitore anziché sul contenuto. L'orientamento che propone l'oratorio è un percorso personale fatto a piccolo gruppo in cui i ragazzi lavorano su ciò che già li abita (talenti e limiti, desideri e paure, attitudini e futuro) per insegnare a discernere il bene dal meglio: si tratta della prima vera e propria scelta vocazionale della loro vita e in questo la comunità cristiana li deve accompagnare insegnando loro gli strumenti di questa arte. Associato a quanto propone la scuola ne deriva un cammino ben strutturato e completo per chi si avvicina alla scelta futura: questa proposta lavora sulla responsabilità e sulla riflessione del ragazzo.
- i grest e i compigrest - chi non ricorda dei bei momenti estivi in oratorio? questi campi sono luogo di educazione dei bambini ma ancor più degli adolescenti che in estate si immergono in tale servizio per settimane intere. Col suo ritmo prolungato e quotidiano, il grest è in grado di offrire tantissime attività diverse fra loro: dalla preghiera al gioco, dai laboratori alle riflessioni, dalla merenda ai bans! Questa proposta aiuta a raggiungere, a modo suo, diversi obiettivi: socializzazione, condivisione, responsabilità, riflessione e ricerca dei propri talenti.
- un accompagnamento generativo al servizio - non ci si improvvisa animatori ed educatori per cui l'oratorio si ingegna per creare percorso di formazione e di accompagnamento di queste figure al fine di capire meglio cosa si è chiamati a fare, ascoltare l'eco che risuona nella propria storia, discernere il male dal bene e il bene dal meglio e perseguire la strada del servizio, strada che oltre ttutto mi aiuta a conoscermi meglio così da diventare uno degli strumenti con cui fare discernimento vocazionale. Grazie al lavoro dell'educatore di progetto questa proposta diventa operativa nel raggiungere l'obiettivo della responsabilità, della riflessione, della ricerca dei talenti e della condivisione.
Come vedete l'oratorio è molto di più del dare due calci a un pallone alla "viva il parroco". E qualora si diano (perché si fa!) due calci al pallone dentro la testa e il cuore dell'educatore c'è (o pian pianino ci dovrà essere) tutta quella roba che ci siamo detti. Un prete un volta mi ha detto che il bello della famiglia di Nazaret è che non hanno fatto niente speciale ma hanno tanto vissuto a fondo l'ordinario da vederlo e dunque renderlo straordinario. Quanto mi ha detto questo ho subito pensato all'oratorio!
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