lunedì 29 gennaio 2018

Educare alla salvaguardia del (oratorio) creato


Oggi a Regina Pacis, visto che i compiti si erano decisi a darsi una calmata, abbiamo improvvisato un laboratorio di pulizia del cortile dell'oratorio che avevamo trovato molto sporco tornati con 'anno nuovo: rimasugli dei festeggiamenti lasciati bellamente a chi sarebbe arrivato.

Io pensavo che il problema sarebbe stato convincere i ragazzi a pulire e invece il compito più difficile era quello di trovare un impiego a tutti: le scope andavano esaurendosi, le palette erano solo tre, i guanti per raccogliere le cartacce già tutti destinati. In meno di mezzora abbiamo ripulito tutto il cortile!
E' entusiasmante vedere questi piccoli crescere in responsabilità e divertimento: ingredienti fondamentali per uno sviluppo sano e desiderabile!
Grazie ragazzi!! Ma speriamo non serva così tanto lavoro in futuro

Festa di don Bosco

In questi giorni nei diversi oratori stiamo preparandoci a festeggiare il ricordo di don Bosco, il 31 gennaio. Nei diversi oratori abbiamo già iniziato a parlarne e a conoscere meglio la figura di questo santo che ha donato la sua vita ai giovani, in particolare a quelli poveri e soli. Padre degli oratori assieme a san Filippo Neri (seppur in un'altra epoca e in un'altra città) a lui dobbiamo molto, in particolare i criteri con cui essere sempre attuali e coerenti alla vita.
Un oratorio non è oratorio nella maniera in cui replica quello che don Bosco ha inventato circa 150 anni fa. Ciò che dobbiamo imitare di Giovanni è a sua ricerca per rispondere ai sogni e ai bisogni di quel tempo e di quel luogo.
Chiediamoci sempre se i nostri oratori sono ponti fra la Chiesa e la strada o se sono solo strada o solo Chiesa...o nessuna delle precedenti!


Cambiamenti inaspettati in corso


Da qualche mese a questa parte in oratorio a Regina Pacis sta capitando qualcosa di meraviglioso e di inaspettato. Dopo due anni in cui sto cercando ragazzi delle superiori per dare una mano e mettersi al servizio dei bambini delle elementari e dopo due anni di silenzi mi sono accorto di una cosa. È nata da sola. Sta germogliando. I ragazzi delle medie. Sì, esatto, proprio quelli che l'anno scorso ci hanno dato problemi, si stanno offrendo uno alla volta di venire a dare una mano nei compiti dei più piccoli. E sapete una cosa? Non li ho mai spronati: hanno vissuto sulla loro pelle quanto di buono era accaduto in passato ed è nato il desiderio di ricambiare. E sono bravissimi: dovreste vedere con che serietà prendono questo servizio. Inoltre l'ho fatta sudare a tutti: quando mi chiedevano di restare a dare una mano per la prima volta li ho fatti andare a casa e se davvero fossero stati interessati di tornare il giorno seguente. Se tornavano (sono tornati quasi tutti) erano i prova per un mese. Educare al servizio non è dare a tutti ciò che vogliono fare in quel momento: è alimentare il desiderio del cuore di donarsi davvero.
Alcuni di questi sono ragazzi di III media, tirati dentro da Alex (loro educatore) ma la maggioranza sono ragazzi di II media che hanno trovato casa in oratorio, quello feriale. È meraviglioso e allo stesso tempo preoccupante. Meraviglioso perché questo denota un cammino personale in cui entra in gioco la gratuità e la responsabilità del ragazzo e perché effettivamente i bambini ne hanno un gran bisogno. Sono preoccupato del fatto che i cristiani sono ben pochi a mettersi in gioco: Omar, Luca, Greta, Chiara e Ilaria. Gli altri sono ragazzi di religioni diverse ma che evidentemente stanno vivendo pagine semplici di Vangelo senza nemmeno saperlo. Ghani, Taulant, Adil, Adal, Aon, Maham, Lali... che bellezza vederli crescere così!
Intendiamoci: non sono preoccupato del fatto che ragazzi di altre confessioni vengano a far da padroni in casa nostra. Sono preoccupato che i battezzati non riconoscano l'oratorio come casa (di tutti).
Ad ogni modo questo è proprio un periodo bello per l'oratorio di Regina Pacis, il migliore da quando sono qua e questo mi conforta tanto per il proseguimento del cammino.





lunedì 15 gennaio 2018

Diamo in numeri (2017)

Gennaio arrivato è arrivato e ho provato a fare qualche calcolo riguardante gli oratori della nostra UP, così per avere un quadro sintetico (ma tutt'altro che esaustivo) di ciò che negli ultimi 12 mesi è avvenuto.
Essendo le persone al centro del progetto, ho provato a fare una stima di quanta gente ha reso viva tale esperienza. Bene, partiamo.
Durante la fase c.d. “invernale”, che va in realtà da ottobre a maggio, nelle attività degli oratori feriali (ovvero quelli che aprono almeno un giorno fra lunedì e venerdì) sono passati circa 200 ragazzi dalle elementari alle superiori, di cui una piccola parte di quest'ultimi ha anche svolto un servizio. Se insieriamo in questa stima anche il periodo estivo, si arriva a raddoppiare il numero (comprendendovi anche gli animatori).
Durante il periodo invernale, i nostri oratori sono stati luoghi accoglienti per 613 ore e durante l'estate per 325 ore: che sia tanto o sia poco lascio a ciascuno giudicare, ma ciò di cui è importante tenere conto è il fatto che effettivamente questo dato ci porta a dire che nella nostra UP, in concomitanza con tante altri percorsi, quello degli oratori è un progetto che aperto sui quartieri in cui sorgono le nostre parrocchie.
Di queste ore, circa 263 sono state quelle dedicate all'aiuto dei ragazzi nello svolgimento dei compiti scolastici: un accompagnamento a prendere sul serio le responsabilità di ciascuno, che oggi sia chiamano “scuola” e un domani si chiameranno “lavoro”, “famiglia”, “volontariato”, e quant'altro.
Chi ha prestato servizio nei progetti oratoriani del periodo invernale sono stati una ventina di adulti e una ventina di adolescenti che in diversi tempi, in diversi ruoli, con diversi carismi hanno messo a disposizione parte del proprio tempo dedicandolo a stare coi più piccoli. L'estate è il tempo della rivincita degli animatori: sono circa un centinaio, infatti, i ragazzi delle superiori che la scorsa estate hanno portato avanti i diversi Grest e CompiGrest. Da sottolineare che alcuni di essi non provenivano dalle fila delle nostre parrocchie: una decina o forse più da Correggio (animatori in missione li avevo chiamati); altri arrivati dal canale dell'Alternanza Scuola Lavoro. L'aggiunta di questi animatori non solo ha reso fattibile parte di alcuni Grest ma è stato anche motivo di arricchimento reciproco aiutando a uscire dal solito “si è sempre fatto così da noi” per aprire occhi e cuore a realtà nuove e da creare insieme.
Concludo ringraziando tutti coloro che credono nell'azione educativa dell'oratorio e che lo sostengono in vari modi. Ciononostante non posso non ringraziare in particolare Arianna, Ilaria e Alex, tre giovani universitari che a settembre hanno accettato di imbarcarsi in un'avventura di fraternità e servizio (ovvero di missionarietà) per un anno intero. Loro non solo sono una forza preziosa ma sono anche motore di progettazione e pensiero che tanto fanno bene all'arricchimento dei nostri percorsi.
Bene, ora che abbiamo dato (una stima de) i numeri non ci resta che vivere al massimo questo anno che è appena iniziato!

Ciri

PS: Per chi volesse montar sulla barca degli oratori informiamo che ci sono ancora diversi posti liberi!!


giovedì 4 gennaio 2018

Un profilo adolescenti in Emilia Romagna

Qualche tempo fa sono stato a un convegno sulle tematiche adolescenziali in Regione a Bologna. Finalmente sono riuscito a studiarmi parte del materiale che mi è stato consegnato. Il materiale statistico (per quanto come ogni indagine debba essere presa con le pinze...e lo dico da gran sostenitore degli studi sociali) è davvero interessante. Talmente tanto che non posso tenermelo per me. Così ho voluto lasciarvi alcuni dati che mi hanno particolarmente interpellato e che possono avere agganci con la missione degli oratori.
Partiamo dal fatto che in Emilia Romagna ci sono circa 346mila adolescenti, ovvero ragazzi di età compresa fra 11 e 19 anni (7,8% della popolazione regionale). Il 13% è straniero e i maschi superano lievemente le ragazze.
Il 90% dichiara di percepirsi in buona salute anche se il 45% assume farmaci, solitamente autoprescritti, almeno una volta a settimana. Solo il 17% mangia frutta e verdura in quantità sufficiente. Per quanto riguarda le ragazze di 15 anni, 1 su 2 percepisce il proprio corpo come grasso sicché 2 su 5 sono a dieta con l'obiettivo di perdere peso. Anche il 14% dei maschi dichiara di essere a dieta ma con l'obiettivo di aumentare massa muscolare.
Uno dei dati che mi fa drizzare le antenne è quello del consumo di alcool. Guardano ai 15enni, quasi 1 su 2 ne consuma frequentemente. Inoltre, per quanto riguarda gli individui fra i 15 e i 19 anni, 1 su 3 ha bevuto almeno 5 unità alcoliche nella stessa occasione negli ultimi 30 giorni. Quest'ultimo è un fenomeno in crescita e prende il nome di “binge drinking”.
Quasi 1 adolescente maschio su 2 gioca d'azzardo in maniera occasionale: il 4,4% è a rischio di dipendenza patologica, mentre lo 0,9% lo è a tutti gli effetti.
Mi ha sgomentato il fatto che nel 2015 cinque adolescenti sul nostro territorio regionale abbiano scelto di togliersi la vita. E sapere che il dato è in linea con gli anni precedenti di certo non mi ha anestetizzato. Non riesco a farmi andar giù queste tragedie. Non ho soluzioni, solo pensieri.
Per quanto riguarda le relazioni, sappiamo bene come sul pianeta adolescenza siano importanti le amicizie, tanto che circa 4 ragazzi su 5 si sentono di poter parlare di tutti i loro problemi con gli amici. Il 94% di essi si frequentano durante il tempo libero. Il 36% dichiara di avere un gruppo stabile di amici. Tuttavia non mancano coloro che si ritirano quasi totalmente (1,5%).
Altro tema importantissimo in questo campo riguarda gli affetti: 3 ragazze su 5 dichiarano di vivere una relazione sentimentale stabile; per quanto riguarda i maschi invece solo 2 su 5.
Di coloro che frequentano la scuola, il 15% sono stranieri e il 3% disabili. Tra gli iscritti al primo anno delle scuola superiore, 1 adolescente su 10 abbandona gli studi. Negli istituti professionali 1 ragazzo ogni 3 è ripetente. In queste scuole quasi 2 adolescenti su 3 sono maschi, 1 su 3 è straniero e al termine del primo anno 1 su 3 viene bocciato.
Circa 1 adolescente su 10 pratica attività di volontariato, in particolare coi bambini. Tra le più frequenti vi sono anche attività con anziani, poveri e disabili.
Quasi la metà dei giovanissimi dichiarano che molta probabilità troverebbero maggiori opportunità all'estero per realizzare i propri sogni. Il 36% ne è certo; solo il 13% non è d'accordo con questa idea.
Il tempo libero è sfruttato in particolare per trovarsi con gli amici. In seconda posizione, a pari merito, troviamo lo sport e la tv. Il 30% degli adolescenti pratica attività sportiva più di quattro giorni a settimana. Tuttavia i 15enni sono i più a rischio di dropout: il 9% non pratica mai attività sportiva. Inoltre, il 29% degli adolescenti passa più di 2 ore al giorno tutti i giorni davanti alla televisione.
Il 28% dichiara di non aver letto nemmeno un libro nell'ultimo anno; solo il 31% ne ha letti più di tre.
Il 30% dei ragazzi dichiara di non far nulla durante il tempo libero: questo mi sbigottisce. Spero sia una provocazione tipica di questa età.
Mi stupisce, ma in senso positivo, vedere che 4 giovanissimi su 5 vivono con entrambe i genitori: mi sarei aspettato un numero molto inferiore. Il 12% vive solo con la madre, l'1% col padre (tanti quanti vivono solo con i nonni), e il 4% in nuclei ricomposti.
Circa 1 ragazzo su 4 riceve una “paghetta” settimanale, della somma media di quasi 20 euro. 3 su 5 hanno la sana abitudine a risparmiare: qua salta l'immagine più diffusa degli adolescenti con le mani bucate. Che la crisi economica abbia tenuto vigili le loro coscienze?
Parlando delle preoccupazioni dei genitori svetta prima in classifica la voce “subire incidenti stradali”, che supera preoccupazioni che dal mio punto di vista educativo mi paiono più stringenti come la “mancanza di prospettive”, la frequentazione di “cattive compagnie” e “l'abuso di alcool”.
In 3 famiglie su 4 gli adolescenti sono liberi di parlare di qualsiasi argomento: in quasi tutte le opinioni sono diverse. Questo è un dato sanom anzi sarebbe ancora più opportuno fosse più elevato. Questo perché in una famiglia dove si è liberi di parlare avendo opinioni diverse favorisce la crescita del ragazzo. Gli estremi da evitare sono evitare i conflitti (o perché non vi è dialogo o perché vi è un'unica direzione imposta) oppure confliggere su tutto (come capita al 5% delle famiglie).
Per quanto riguarda gli spazi di aggregazione spicca l'elevato numero di biblioteche, alcune dedicate ai ragazzini. Ma ciò che mi stupisce e mi fa riflettere sulla nostra missione è che ancora prima dei centri commerciali, delle polisportive e delle associazioni culturali, come centri di aggregazione più diffuso sul territorio e più attivo dei precedenti vi siano gli oratori e le parrocchie.
Tanti altri sarebbero i dati degni di nota ma ci fermiamo qui. Tracciato una sorta di identikit dell'adolescente ciò che agita il mio cuore sono almeno due cose: chiederci se conosciamo i nostri ragazzi veramente e cosa proponiamo per stare loro accanto come compagni di strada in questo periodo fluidità quale è questa fase della vita.

Certo non possiamo prendere su di noi tutto questo onere. Tuttavia siamo punti di riferimento o lo possiamo diventare sempre più. Occorre farlo nella maniera migliore possibile. Teniamo aperte queste due domande: ci faranno fare strada per rendere i nostri oratori veri incroci fra strada e chiesa.