Prima di scrivere questo articolo
confesso di essere andato a vedere cosa avessi scritto circa un anno fa a
proposito del Natale su questo blog: a distanza di un anno ho visto che alcune
mie speranze stanno diventando realtà e questo da serenità anche nel trambusto.
Siamo ormai alla vigilia della
festa dell’Immacolata e oggi (7 dicembre) è il mio compibattesimo: 31 anni da
figlio nel Figlio. Mi chiedo se veramente sto vivendo il mio battesimo, la mia
identità, vocazione e missione. La verità è che siamo in cammino, mai arrivati:
ma che bel cammino! In cammino come Maria, di casa in casa. Un bellissimo libro
di Ermes Ronchi narra tutte le case in cui Maria ha vissuto nei Vangeli: una
Maria umanissima e affascinantissima. Mi piace pensare che in una UP che si è
battezzata Santa Maria degli Angeli, anche i suoi oratori siano case di Marie. Non
saranno narrate nei Vangeli ma potrebbero narrare il Vangelo. Infatti sono
sempre più persuaso che le piccole azioni quotidiane, fatte nella ferialità,
parlino del più bello fra i figli dell’uomo.
Maria, assieme al suo sposo
Giuseppe, ci dona uno stile laicale estremamente evangelizzante: “Povera di
tutto, Dio non ha voluto che Maria fosse povera d’amore” (Ermes Ronchi). Se il
nostro stile educativo oratoriano prendesse sempre più esempio da questa coppia
allora basterebbe entrare in oratorio per respirare dinamiche del Regno dei
Cieli. Ogni oratorio sarebbe vissuto a immagine e somiglianza della casa di
Nazaret, ma anche di quella di Cafarnao, talvolta rassomigliare alla grotta di
Betlemme. Case, oratori in cui non c’è un bel niente di perfetto; ma case,
oratori in cui si impara l’arte di donarsi perché la vita cresca in sapienza e
grazia davanti agli uomini.
I ragazzi hanno bisogno di
persone che siano affascinate da Gesù e lo servano in essi. Hanno bisogno della
presenza tua, fatta di limiti e di talenti. Hanno bisogno di punti di
riferimento…come Maria lo è stata e lo è.
Buona festa dell’Immacolata!
ciri
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