Carissimi,
a
circa un anno dal mio arrivo nella vostra Unità Pastorale vorrei
condividere con voi il senso che sta sotto al progetto dei vostri
oratori.
Chiaramente
non potrò essere esaustivo con un articolo: non chiedetemi troppo.
Altrettanto certamente il mio mandato non si esaurisce nel passare
del tempo in oratorio: non chiedetemi troppo poco.
In
queste poche righe cercherò di far intravedere l’invisibile: il
lavoro dietro le quinte e che coinvolge due splendidi organi, cuore e
cervello. Il primo perché, come diceva don Bosco, educare è cosa
del cuore. Cuore inteso quindi come la sede degli stati d’animo
(emozioni e sentimenti), dove si coltivano le relazioni più profonde
e approfondite (in oratorio in particolare coi giovani), ma anche
luogo dove si fa discernimento e nascono le decisioni. Il cervello
invece aiuta a leggere le situazioni con strumenti e criteri
appropriati e a trasformare una serie di attività in un programma,
una serie di programmi in un progetto…e una volta capito partire e
ripartire dal progetto, quello strumento che ci chiede da dove si
parte per andare dove con che stile.
Il
senso, ovvero la direzione, del progetto oratori è senza alcun
dubbio l’evangelizzazione. Avete letto bene. Al centro di tutto non
c’è l’animazione, né offrire un servizio alle famiglie, né il
trasmettere dei saperi. Il senso dell’oratorio è in primis
evangelizzare: il resto viene di conseguenza e diventa l’espressione
concreta di tale annuncio e testimonianza evangelica.
Ciò
che è più visibile (per lo meno ai più attenti e presenti) è la
concretizzazione di ciò che comunque viene connotata da uno stile.
Il mezzo più importante che stiamo cercando di far fermentare negli
oratori di Santa Maria degli Angeli è la fraternità. Tale
fraternità ha molteplici modalità per incarnarsi e solo alcuni di
queste riescono ad essere progettate, tante altre rimangono nei gesti
semplici e nascosti di ogni giorno. Ne elenco le principali: il
giovedì pomeriggio alla Casa del Giovane per tutti i ragazzi delle
superiori (punto di ritrovo, di attesa, di compagnia, di studio e
divertimento); il momento dei compiti per le medie e le elementari
proposto a piccolo gruppo con un adulto che accompagna questo
processo di comunione e autonomia allo stesso tempo; il cortile in
cui si mescolano ragazzi di ogni età, con giochi di ogni genere; la
riflessione attraverso un cartone animato (elementari) e un film
(medie); …
Il
secondo mezzo attraverso il cui in oratorio pensiamo di evangelizzare
è il servizio. Non solo fratelli ma fratelli che si aprono
all’altro, specialmente sul più piccolo. Ecco allora i volontari
adulti che in diversi modi e tempi mettono in gioco le competenze
sviluppate in una vita. Ecco ancor di più allora i giovani e
giovanissimi talvolta alla ricerca dei talenti nascosti da poter far
emergere e a sua volta sviluppare. Per questo è necessario sempre
più un accompagnamento da parte mia attraverso un percorso di
formazione e di accompagnamento personali.
Una
terza porta attraverso cui si vive il Vangelo in oratorio è
l’accoglienza. E qui dobbiamo chiederci quanta accoglienza e di che
qualità. Inevitabilmente sono da evitare gli estremi. Da un alto
accogliere tutti allo stesso modo e con le stesse offerte significa n
realtà non seguire bene il cammino di nessuno. Dall’altro lato si
correrebbe il rischio di creare una élite di pochi ben curati ma che
non respirano il mescolarsi con gli altri. Interrogarsi
sull’accoglienza significa anche chiedersi a chi ci rivolgiamo, chi
chiamiamo “nostri” ragazzi e chi invece escludiamo da questo
circolo.
Credo
fermamente che ogni oratorio dell’u.p. si stia aprendo al suo
territorio e si sta lasciando abitare da coloro che si sono fatti
avanti. È un ottimo punto di partenza…ma non basta. Dobbiamo
imparare a fare discernimento e discernimento comunitario. Per questo
il 5-6-7 maggio abbiamo pensato a un Weekend dell’Educazione, un
tempo per fermarsi e mettersi in ascolto. In ascolto anzitutto di ciò
che sta succedendo nei nostri oratori, in ascolto dei ragazzi che li
abitano, in ascolto di ciò che lo Spirito sta suggerendo a voi (e
noi) adulti per continuare il cammino in maniera sempre più fedele
al Vangelo. Vi invitiamo dunque a tenervi liberi sia come agenda sia
come cuore. Da lì vogliamo ripartire con un percorso più
comunitario (da tempo mi balena in testa l’idea di fare una sorta
di Sinodo sugli Oratori che potrebbe cominciare a fine settembre) e
più aderente alla vita dei giovani che vivono nel nostro territorio.
Anci scusate. Non nel “nostro” territorio, ma del territorio su
cui vive questa comunità di discepoli del Risorto.
Per
incominciare ad ascoltare di più vi lascio la mia email:
ciri46@hotmail.it
Non
scrivetemi per sostenere una “lobby” in cui mi si chieda di
risolvere problemi: non chiedetemi troppo. Non scrivetemi per
spegnere lo Spirito: non chiedetemi troppo poco.
Buona
Quaresima,
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