mercoledì 5 aprile 2017

Quale senso al progetto oratori?



Carissimi,

a circa un anno dal mio arrivo nella vostra Unità Pastorale vorrei condividere con voi il senso che sta sotto al progetto dei vostri oratori.
Chiaramente non potrò essere esaustivo con un articolo: non chiedetemi troppo. Altrettanto certamente il mio mandato non si esaurisce nel passare del tempo in oratorio: non chiedetemi troppo poco.
In queste poche righe cercherò di far intravedere l’invisibile: il lavoro dietro le quinte e che coinvolge due splendidi organi, cuore e cervello. Il primo perché, come diceva don Bosco, educare è cosa del cuore. Cuore inteso quindi come la sede degli stati d’animo (emozioni e sentimenti), dove si coltivano le relazioni più profonde e approfondite (in oratorio in particolare coi giovani), ma anche luogo dove si fa discernimento e nascono le decisioni. Il cervello invece aiuta a leggere le situazioni con strumenti e criteri appropriati e a trasformare una serie di attività in un programma, una serie di programmi in un progetto…e una volta capito partire e ripartire dal progetto, quello strumento che ci chiede da dove si parte per andare dove con che stile.
Il senso, ovvero la direzione, del progetto oratori è senza alcun dubbio l’evangelizzazione. Avete letto bene. Al centro di tutto non c’è l’animazione, né offrire un servizio alle famiglie, né il trasmettere dei saperi. Il senso dell’oratorio è in primis evangelizzare: il resto viene di conseguenza e diventa l’espressione concreta di tale annuncio e testimonianza evangelica.
Ciò che è più visibile (per lo meno ai più attenti e presenti) è la concretizzazione di ciò che comunque viene connotata da uno stile. Il mezzo più importante che stiamo cercando di far fermentare negli oratori di Santa Maria degli Angeli è la fraternità. Tale fraternità ha molteplici modalità per incarnarsi e solo alcuni di queste riescono ad essere progettate, tante altre rimangono nei gesti semplici e nascosti di ogni giorno. Ne elenco le principali: il giovedì pomeriggio alla Casa del Giovane per tutti i ragazzi delle superiori (punto di ritrovo, di attesa, di compagnia, di studio e divertimento); il momento dei compiti per le medie e le elementari proposto a piccolo gruppo con un adulto che accompagna questo processo di comunione e autonomia allo stesso tempo; il cortile in cui si mescolano ragazzi di ogni età, con giochi di ogni genere; la riflessione attraverso un cartone animato (elementari) e un film (medie); …
Il secondo mezzo attraverso il cui in oratorio pensiamo di evangelizzare è il servizio. Non solo fratelli ma fratelli che si aprono all’altro, specialmente sul più piccolo. Ecco allora i volontari adulti che in diversi modi e tempi mettono in gioco le competenze sviluppate in una vita. Ecco ancor di più allora i giovani e giovanissimi talvolta alla ricerca dei talenti nascosti da poter far emergere e a sua volta sviluppare. Per questo è necessario sempre più un accompagnamento da parte mia attraverso un percorso di formazione e di accompagnamento personali.
Una terza porta attraverso cui si vive il Vangelo in oratorio è l’accoglienza. E qui dobbiamo chiederci quanta accoglienza e di che qualità. Inevitabilmente sono da evitare gli estremi. Da un alto accogliere tutti allo stesso modo e con le stesse offerte significa n realtà non seguire bene il cammino di nessuno. Dall’altro lato si correrebbe il rischio di creare una élite di pochi ben curati ma che non respirano il mescolarsi con gli altri. Interrogarsi sull’accoglienza significa anche chiedersi a chi ci rivolgiamo, chi chiamiamo “nostri” ragazzi e chi invece escludiamo da questo circolo.
Credo fermamente che ogni oratorio dell’u.p. si stia aprendo al suo territorio e si sta lasciando abitare da coloro che si sono fatti avanti. È un ottimo punto di partenza…ma non basta. Dobbiamo imparare a fare discernimento e discernimento comunitario. Per questo il 5-6-7 maggio abbiamo pensato a un Weekend dell’Educazione, un tempo per fermarsi e mettersi in ascolto. In ascolto anzitutto di ciò che sta succedendo nei nostri oratori, in ascolto dei ragazzi che li abitano, in ascolto di ciò che lo Spirito sta suggerendo a voi (e noi) adulti per continuare il cammino in maniera sempre più fedele al Vangelo. Vi invitiamo dunque a tenervi liberi sia come agenda sia come cuore. Da lì vogliamo ripartire con un percorso più comunitario (da tempo mi balena in testa l’idea di fare una sorta di Sinodo sugli Oratori che potrebbe cominciare a fine settembre) e più aderente alla vita dei giovani che vivono nel nostro territorio. Anci scusate. Non nel “nostro” territorio, ma del territorio su cui vive questa comunità di discepoli del Risorto.
Per incominciare ad ascoltare di più vi lascio la mia email: ciri46@hotmail.it
Non scrivetemi per sostenere una “lobby” in cui mi si chieda di risolvere problemi: non chiedetemi troppo. Non scrivetemi per spegnere lo Spirito: non chiedetemi troppo poco.
Buona Quaresima,


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