venerdì 17 agosto 2018

Bisogni e risorse - PE/4

Ogni progetto educativo presuppone l'esistenza di un bisogno in colui a cui viene destinata l'azione educativa. Tuttavia è molto raro che un ragazzo esprima un'esplicita domanda di educazione e di evangelizzazione per cui la comunità dell'oratorio presume che nei giovani vi sia questa sete, questa ricerca nascosta dietro a richieste parziali, richieste quali divertimento, istruzione, socializzazione, orientamento, e così via.
In particolare, sul nostro territorio si sono individuati 4 bisogni su cui focalizzarsi, e sono i seguenti:
  • Relazioni autentiche con i pari. Siamo in un contesto fortemente digitalizzato e informatizzato ma altrettanto non sempre consono a instaurare vere e proprie relazioni. Il ridotto numero di fratelli in famiglia, qualora vi siano, riduce ulteriormente la capacità di stringere legami autentici con i coetanei. L'oratorio, con la sua capacità di accogliere tanti ragazzi e l'attenzione degli educatori, favorisce l'instaurarsi di amicizie che sanno di fraternità. 
  • Punti di riferimento a cui dare la propria fiducia. Oggi come ieri i giovani sono alla ricerca di punti di riferimento credibili ai loro occhi ma non è facile riuscire a trovarne in tutti i posti. L'oratorio, con la sua funzione educativa, accompagna i ragazzi attraverso la cura di educatori ed animatori che spendo parte del loro tempo con loro e per loro. La credibilità passa attraverso il canale della costanza e dell'umiltà con cui ciascuna figura educativa deve prima o poi fare i conti. Tuttavia questi atteggiamenti sono capaci di fare breccia nell'intimo dei ragazzi dell'oratorio, che a poco a poco si aprono, si confidano e si affidano a qualcuno di più grande di loro, un pochino più avanti nel cammino.
  • Ricerca dei propri talenti da far fruttare. In oratorio si impara facendo, ci si nutre di esperienze che devono poi essere fatte assimilare ai ragazzi perché diventino sapienza. Questo è un luogo in cui ci si può sperimentare e scoprire tante cose nuove su di sé in una fase tanto duttile come è quella dell'età evolutiva. Scoprire nella quotidianità le proprie peculiarità è uno degli obiettivi dell'oratorio, pungolato dalla parabola dei talenti che sprona ciascuno a tirare fuori il meglio di sé donandolo agli altri piuttosto che ficcarlo sottoterra dove nessuno può goderne. 
  • Dare significato alla propria esistenza. Abbiamo appena detto che l'oratorio è un campo in cui fare esperienza ma che occorre imparare a rileggere i fatti per ricavarne una sapienza di vita. Ecco che allora occorrono tempi e spazi affinché i ragazzi dell'oratorio possano fare questo passaggio. Importante diventa dunque la riflessione e il dialogo sia personale che in gruppo, perché esso allena la verbalizzazione (e una cosa è davvero tua solo quando la chiami per nome) e l'ascolto (primo di tutti i comandamenti, "Shema Israel"!). 

Al fianco dei bisogni vi sono sempre delle risorse attraverso le quali provare a rispondere. Certamente le prime risorse da cercare e da valorizzare sono quelle già presenti in ogni ragazzo. Non dimentichiamoci che ogni ragazzo porta in sé cinque pani e due pesci. Se ci dimentichiamo che davanti a noi abbiamo una creatura con tante potenzialità (forse inespresse ma che ci sono) allora dovremmo smettere di fare oratorio. Non mi stancherò mai di dire che non siamo alla presenza di vuoti a perdere, da dover riempire con le nostre idee. Quando siamo davanti a un ragazzo, siamo davanti a un mondo intero. 
Detto questo, tuttavia, l'oratorio vive della disponibilità e del carisma di figure di riferimento:
  • Educatori. Oltre all'educatore di progetto ve ne sono infatti anche altri che possono provenire dalla vita comunitaria della "missione km 0" piuttosto che dai gruppi giovani dei cammini formativi. Tuttavia non sono molti, anzi, a oggi sono davvero davvero pochissimi per cui occorre pregare per loro ma anche per chi potrebbe venire a dare una mano affinché il sogno dell'oratorio non tramonti ma si innalzi sempre più.
  • Animatori. Possono essere ragazzi della parrocchia, o che arrivano attraverso il canale dell'alternanza scuola-lavoro, oppure ragazzi che vivono sul territorio ma che non frequentano i cammini formativi. Essi sono veramente tanti nel periodo estivo quanto pochissimi diventano durante il più lungo periodo invernale, dove effettivamente c'è la possibilità di instaurare relazioni più forti perché intessute di ferialità e costanza. 
  • Volontari adulti. In particolare all'oratorio di Regina Pacis occorre dire che vi sono diverse figure adulte che si rendono disponibili per i compiti, o per preparare la merenda o per stare in mezzo ai ragazzi per garantire più sicurezza. Sarebbe buona cosa che anche negli altri oratori un numero crescente di adulti possano mettersi a servizio (qualsiasi) per i ragazzi dell'oratorio.
  • Associazioni. Possono essere associazioni sportive come P.A.C.E. con la quale collaboriamo in particolare per l'animazione del cortile una volta alla settimana oppure grazie all'avvio di qualche LabOratorio sportivo. Altra associazione con cui l'oratorio vuole collaborare sono gli scout coi quali condivide molti criteri educativi.
  • Servizi sociali. Oratori e polo sociale sono fortemente in collaborazione rispettando ognuno l'identità dell'altro e senza cadere in un legame di delega. Oltre a essere un prezioso osservatorio del mondo giovanile sul territorio, l'oratorio si rende disponibile per l'accoglienza di alcuni casi inviati dai servizi e per i quali l'oratorio assolve sempre la sua funzione educativa.
  • Scuole. Pur non essendo subordinato alle scuole, l'oratorio apre un dialogo con esse perché entrambe sono agenzie educative sul territorio e ciascuna è bene sviluppi la propria missione per il bene dei ragazzi stessi. Là dove si è riuscito a creare questo dialogo effettivamente i ragazzini ne beneficiano e crescono con l'idea che vi sia alleanza educativa fra gli adulti con cui entrano in relazione, senza sentire strappi o ambiguità fra di esse. 




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