martedì 3 gennaio 2017

Casa del Giovane, casa di fratelli

Ciò che è chiesto a alla comunità cristiana non è di costruire un “paese dei balocchi” in cui consentire ai ragazzi e ragazze di “bestemmiare il tempo” – espressione di don Milani
[Marco Uriati, parroco del Corpus Domini di Parma]

Mentre scrivo queste righe sono alla Casa del Giovane ed martedì 3 gennaio, il primo giorno di fraternità coi ragazzi delle superiori. Se c’è una cosa che tengo sempre a mente come educatore è il rischio che i progetti pensati diventino una sorta di “paese dei balocchi” in cui i ragazzi, anziché imparare l’arte di diventare uomini e donne, imparino a diventare degli asini. L’altro rischio è estremo a questo: creare percorsi solo per una élite di ragazzi, trascurando chi non sarebbe presumibilmente all’altezza.


Fortunatamente non è ciò che vedo e sento in questo istante. Alzo la tesa dal monitor e vedo 8 ragazzi intenti a studiare e darsi una mano in un clima di silenzio…sembra quasi di essere in biblioteca (bei tempi in cui studiavo). Sento anche quelli al piano di sopra: circa dieci o più ragazzi che, in maniera forse più vivace, stanno facendo il loro dovere. Ma glielo permetto perché in fondo molti di loro hanno appena lavato e asciugato le pentole con cui hanno fatto da mangiare a pranzo. Già, il cuoco di oggi è stato Ciro, studente dell’istituto alberghiero della città. Inutile dire che è stato promosso anche per domani…prima di iniziare a studiare ha fatto la lista della spesa che poi i ragazzi si divideranno.

È una giornata molto bella. Non solo perché oltre 25 giovanissimi hanno varcato la porta della Casa del Giovane, ma perché si stanno sentendo a casa sia chi è di Codemondo sia chi è la prima volta che vi mette piede (tra cui Ciro). È bello vederli sui tavoloni a studiare insieme nonostante frequentino scuole diverse, gli stessi tavoli su cui abbiamo prima mangiato e letto il Vangelo del giorno. È bello vederli così mescolati eppure provenienti da parrocchie diverse. È bello vederli concentrati ne
l far il proprio dovere con la semplicità e la leggerezza di farsi ogni tanto qualche scherzo o dirsi una battuta, per ri-immergere la testa nei libri.

Ormai sono le 16 e fra poco andrò a preparare il tè che inaugurerà un altro momento: quello del relax e dei giochi di società. Come vedi il tempo per scrivere l’ho quasi finito e già sto pensando e immaginando come andrà avanti questa giornata che si appresta a diventare sera: il sole è orm
ai calato nella parte bassa della finestra alla quale son vicino.

Ho provato a descrivere questa giornata in prima persona, dicendo cosa ho visto…e si vedono anche cose invisibili. Il clima che si sta creando non ha, dunque, niente a che vedere con il “paese dei balocchi” né con una “isola dei famosi”. Qui ci sono giovani che forse anche attraverso questa giornata hanno imparato senza accorgersene a vivere in fraternità, prendendo sul serio e allo stesso tempo solare le proprie responsabilità, sistemando e pulendo quanto usato e sporcato anche da altri, giocando insieme a basket o scoppiando petardi (come i cinni) dopo pranzo, pregando e mettendosi in ascolto di quelle parole che non passeranno cercando di fondare la propria casa sulla roccia.
Dite quello che volete, ma per me oggi è una grande benedizione!

ciri