“Per
essere fedeli al Vangelo e fedeli ai giovani occorre tenere presente che una
pastorale giovanile ordinaria si compone di:
-
cammini formativi di gruppo: dove si esprime l’accompagnamento personale
e costante, settimana dopo settimana, anno dopo anno, secondo le esigenze delle
età dei ragazzi coinvolti e secondo una progettualità e una gradualità
progressive negli anni
-
esperienza di oratorio: dove per oratorio si intende, più che un
luogo, uno stile educativo totalizzante, che mira a mettere al centro il
ragazzo anche attraverso la valorizzazione dei suoi talenti e dei suoi gusti,
creando opportunità e spazi educativi per far vivere lo sport, l’animazione, la
musica, il teatro, la scuola da protagonisti creativi, in un vero e proprio
laboratorio dei talenti”
[Servizio di
Pastorale Giovanile diocesana]
Evangelizzare con e in oratorio
“L’oratorio,
in quanto espressione educativa della comunità ecclesiale, condivide con essa
il desiderio e l’urgenza della missione evangelizzatrice, che «consiste nel
realizzare l’annuncio e la trasmissione del Vangelo» e insieme «annunciare il
Signore Gesù con parole e azioni, cioè farsi strumento della sua presenza e
azione nel mondo»
[…]
Tali percorsi, nella loro diversità e ricchezza, si caratterizzano per uno
specifico stile di evangelizzazione, possibile e tanto più efficace quanto più
attua le seguenti condizioni:
-
la testimonianza di fede in una concreta comunità cristiana da
parte di coloro che animano l’oratorio
-
l’inserimento del ragazzo e del giovane in un’esperienza
oratoriana che è allo stesso tempo cammino personalizzato e comunitario
-
l’accoglienza progettuale del ragazzo e del giovane, rispettati
nel loro percorso storico di vita e nei loro interessi espressivi e ricreativi,
ma insieme pro-vocati e sollecitati nel loro cammino di crescita e maturazione
verso la pienezza di maturità in Cristo
-
la possibilità di percorsi graduali e differenziati”
[Laboratorio
dei talenti, Vescovi Italiani]
Pertanto
sogniamo un oratorio...
·
in grado di costruire relazioni positive (prosociali) e in esse
vivere il Vangelo, prendendo esempio dalle prime comunità dei discepoli che
vivevano le dinamiche del regno dei Cieli condividendo tutto, a partire dal
proprio tempo
·
che evangelizzi più nel modo di stare insieme che con le parole,
utilizzando i linguaggi propri che gli appartengono: nell'accoglienza senza
pregiudizi, nel gioco di squadra, nella collaborazione durante lo studio, nelle
attività di riflessione e catechesi, nella merenda come pasto condiviso
·
capace di portare il Vangelo anche all'esterno, tenendosi in
costante apertura con la strada per capirne i bisogni e costruire proposte di
cammino in grado di prevenire disagi
·
portato avanti da testimoni del Risorto, educatori in grado di far
la differenza e dare unitarietà alle diverse attività che si svolgono,
dall’Eucaristia alla partita di calcio.
“L’oratorio
è l’espressione della comunità ecclesiale che, sospinta dal Vangelo, si prende
cura, per tutto l’arco dell’età evolutiva, dell’educazione delle giovani
generazioni.
[…]
L’oratorio educa ed evangelizza, in un contesto ecclesiale di cammino
comunitario, soprattutto attraverso relazioni personali autentiche e
significative. Esse costituiscono la sua vera forza e si attuano sia attraverso
percorsi strutturati sia attraverso espressioni informali. L’attuale emergenza
educativa è letta da più parti come esito di un impoverimento delle relazioni
educative personali.” [Laboratorio
dei talenti, Vescovi Italiani]
Pertanto
sogniamo un oratorio...
·
che sia espressione di una comunità cristiana che si prende cura
delle giovani generazioni
·
fatto di animatori ed educatori credibili, con la passione per i
più piccoli, con il desiderio di trascorrere del tempo con loro, senza la
fretta e la freddezza di un servizio da dover portare a termine il prima
possibile. Fatto di “chiamati”: il volontario fa fino a quando vuole, mentre il
chiamato sa che ha qualcosa da dare, che vuole donarsi dando testimonianza a
Colui da cui è stato inviato
·
che far portare a frutto i talenti sia di chi svolge un servizio sia
di chi lo riceve, ponendo particolare attenzione a far leva sui carismi di
ciascuno e non a cercare forze per tappare dei buchi
·
affascinante agli occhi di chi ne entra in contatto, che faccia
incontrare ai più giovani persone con grandi sogni che con fatica e dedizione
sanno trasformarli in realtà
·
in ascolto dei giovani e delle loro idee, dei loro desideri, delle
loro angosce, delle loro sfide quotidiane, delle loro passioni
·
per cui la comunità parrocchiale preghi e dia luogo a momenti di
preghiera nel quale dar forza alla missione oratoriana
Percorsi educativi di
accompagnamento in oratorio

[…]
Occorre, inoltre, misurarsi anche con situazioni di grave degrado sociale e
culturale: di fronte a tali contesti, con lo spirito del buon samaritano
l’oratorio si fa “prossimo”, reinventando modalità e iniziative per rispondere
alle nuove emergenze educative.
[…]
Il metodo proprio dell’oratorio è quello dell’animazione, ovvero quello del
coinvolgimento diretto; è un metodo attivo che si caratterizza per il
protagonismo del soggetto e per la notevole carica esperienziale. Esso parte
normalmente da un’attività semplice, dinamica e attraente per comunicare dei
contenuti o stimolare una riflessione.
[Laboratorio
dei talenti, Vescovi Italiani]
Pertanto
sogniamo un oratorio...
·
in cui le attività proposte accompagnino i ragazzi in un percorso
di crescita umana e spirituale, aiutandoli a ragionare sui modi con cui
relazionarsi bene con gli altri e non solamente dando loro ricette
preconfezionate
·
in cui anche attraverso il gioco in cortile i ragazzi non si
sentano mai esclusi come capita spesso in altri ambienti più selettivi: in
oratorio ci si ingegna affinché tutti coloro che lo desiderano possano trovare
spazio
·
che possa essere casa fra le case del quartiere, in cui è più
importante come si vive piuttosto che che cosa si fa, in primis c'è bisogno di
qualcuno che (con il sorriso) accolga chi entra per quello che è e non per
quello che si vorrebbe fosse: il seme porta frutto col tempo, siamo nel campo
dell'accompagnamento lento e graduale
·
in cui vi sia incontro e non scontro fra diverse culture e religioni,
un cantiere di pace in cui poter sperimentare un breve momento quotidiano di
preghiera insieme a inizio delle attività
·
che aiuti i ragazzi a capire che la fede non è possibile viverla
solo in oratorio ma anche fuori: la fede è nel modo in cui ci si rapporta, si
gioca, si prendono le proprie responsabilità, si vive... L’oratorio da una
chiave di lettura del mondo in cui umano e divino si intrecciano e l'uno non
vuole fare a meno dell'altro
Reggio Emilia, 23 novembre 2017
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