giovedì 15 marzo 2018

Programmare non è progettare



Spesso si confondono questi due termini ma in realtà c’è differenza nel parlare di programmazione e nel parlare di progettazione. Quest’ultima risponde a domande diverse dalla prima. Nel progettare occorre domandarsi tre cose fondamentali: da dove si parte, dove si desidera arrivare, come viaggiare. In altre parole e chiarirsi le idee sulla realtà dalla quale siamo inseriti, le finalità e gli obiettivi da raggiungere e infine lo stile e il metodo con il quale procedere. Capite come in ambito educativo queste domande diventino basilare per la creazione di un qualsiasi percorso.
Programmare invece risponde alla sequenza di domande “chi-fa-cosa”. In altri termini potremmo dire che programmare è la fase introduttiva dell’organizzazione delle attività. Parla un linguaggio molto concreto e ben comprensibile perché è lo slancio per rendere visibile un’azione educativa.
Tuttavia si sente spesso parlare di programmazione e poco di progettazione. Si programma tanto, si progetta poco. È come iniziare a ordinare l’arredamento di una casa senza aver scelto dove costruirla, quanto farla grande e quali materiali utilizzare. Capite che è abbastanza imbarazzante la scena: arrivano i camion con la consegna del forno, della lavatrice, del divano, del tavolo… ma non c’è modo di inserirli dentro una casa che non si è pensata.
Mi sono chiesto il motivo di questo snobbare la progettualità. Bene, certamente una risposta è dato dal fatto che siamo più abituati a programmare un’agenda che non progettare la vita. Un’altra ragione è data dal fatto che progettare ci chiede di alzare la posta in palio, ci chiede tante energie e di puntare in alto. E qui entra in gioco la paura di sbagliare e di precipitare trasformando il sogno in un’illusione e dunque in una delusione. Oltre a questi due punti penso anche che per progettare occorra una certa predisposizione e preparazione (meno richieste nel programmare): è di grande aiuto una certa professionalità fatta di attenzioni, accorgimenti, osservazioni, ascolti, mediazioni e meditazioni.
Eppure progettare non è solo importante è vitale! Se non si progetta i percorsi sono già morti. Progettare è fondare la casa sulle fondamenta e appoggiare una struttura prefabbricata sul suolo, senza andare in profondità, senza poggiare sulla pietra d’angolo.
Ecco perché tema di questo Weekend dell’Educazione sarà proprio la progettazione dell’azione educativa e in particolare la presentazione e la consegna del Progetto Oratori dell’UP Santa Maria degli Angeli. Teniamo presente che questi temi sono all’ordine del giorno nei tavoli della Pastorale Giovanile nazionale a Roma e dunque siamo in perfetta sintonia con la Chiesa che ci guida e dal soffio dello Spirito Santo che da vita ad ogni azione.
A tutti chiedo di partecipare ai tre incontri del Weekend dell’Educazione, che si terrà da venerdì 20 a domenica 22 aprile presso gli spazi dell’oratorio di Regina Pacis. Invito tutti coloro con più di 14 anni a partecipare a queste discussioni: è roba vostra! Prendetevene cura altrimenti nessuno lo potrà fare al posto vostro. Non vi è chiesto molto. Vi è chiesto il necessario. Abbiamo asciugato il programma (a proposito) dell’evento proprio per permettere a tutti di esserci con le orecchie, con il cuore, con la mente e con la parola. Vivere il Weekend dell’Educazione sarà l’unica maniera per capire davvero il pensiero che ci sta dietro all’azione educativa degli oratori della vostra UP.
Vi aspetto con tanta fiducia!
Ciri