domenica 21 maggio 2017

IMMAGINI DAL TERZO TORNEO DEL GELSO - 21 MAGGIO 2017











Siamo ormai giunti alla terza edizione di questa importante iniziativa che vede L'Associazione P.A.C.E. in collaborazione con l'oratorio Regina Pacis in campo con una proposta aggregativa per i bambini e i ragazzi che frequentano il parco del Gelso. Per l'oratorio si tratta di farsi presente in modo propositivo nella realtà giovanile del territorio. Ieri al Gelso si sono visti un centinaio di ragazzi che hanno partecipato dai tornei divisi in otto squadre delle varie fasce di età. Un grazie speciale all'instancabile Clara che su queste cose ci mette veramente il cuore e a Jonny che ormai è una certezza. Molti gli adulti a bordo campo che si sono complimentati dell'iniziativa. 

martedì 9 maggio 2017

Oratorio, una porta per la Chiesa in uscita

Cosa è un oratorio? Cosa fa un oratorio? Dove sta un oratorio? Chi ci va all'oratorio? Quando?
Innanzitutto gli oratori, prima ancora di essere quattro muri coperti da un tetto, sono l'insieme delle persone che li vivono.
Partiamo dunque dai volti e dalle voci di alcuni abitanti dei nostri oratori. Mettiamoci in ascolto di quanto emerge da costoro. 
Con chi sta passando tempo negli oratori, quest'anno abbiamo sentito diverse voci, con volumi e tonalità diverse. Abbiamo visto diversi volti, con colori ed espressioni diverse. Ci siamo messi in ascolto. Questo è il criterio fondamentale per fare oratorio: mettersi in ascolto. Se prendiamo la Bibbia, questo è anche il primo comandamento che Dio lascia in eredità e in Gesù ci dà l'esempio più alto: “Shma Israel! Ascolta Israele!”. Se Dio è colui che per eccellenza sa parlare, l'uomo, quello vero, è colui ha imparato ad ascoltare. In questo esercizio vi rientra chiaramente anche l'osservare. Ascoltare e osservare ci fanno entrare nella contemplazione: il mondo, e l'oratorio è un piccolo mondo, e tutte le creature sono innanzitutto da contemplare. Guai a chi pensa di sapere già tutto! Per educare ci si deve aprire alla contemplazione, sempre. Ecco perché il “sì è sempre fatto così” è una bestemmia. Ricordiamoci che lo Spirito, se davvero è Dio, rende nuove tutte le cose. Non significa fare sempre cose nuove, ma nemmeno replicare. Significa innanzitutto aprirci a prospettive nuove, rinnovare il nostro sguardo. Perché? Perché così fa Dio: quanto è umile.
Apriamo allora lo sguardo a quanto accade nei nostri oratori.
Quando nel gennaio 2016 sono arrivato mi erano stati affidati Regina Pacis e Roncina. Il primo era un oratorio vivo anche durante la settimana, in cui si alternavano ore di doposcuola per le elementari, piccoli laboratori con pochissimi iscritti, uno spazio di cortile aperto a singhiozzo e poco seguito. A Roncina, per contro, non c'era proprio nulla fatto dai ragazzi dell'oratorio: ho cominciato a lavorare convocando i ragazzi delle superiori e mettendomi in ascolto. Come risultato di questo processo (fortemente educativo) si è deciso di aprire l'oratorio al venerdì per stare in compagnia dei bambini, dando disponibilità per fare compiti, merenda, una riflessione sul cartone “Inside Out” e trascorrendo un pomeriggio assieme.
Il mio mandato terminava a giugno per cui con i grest (al quale si era aggiunto anche l'oratorio di Codemondo, che per la prima volta viveva un campo estivo) si concludeva questo pezzo di strada insieme.

Durante l'estate mi è stata fatta una nuova e più abbondante offerta: cinque pomeriggi su cinque all'unità pastorale Santa Maria degli Angeli per seguire gli oratori di Regina Pacis, Roncina, Codemondo e San Bartolomeo (...e finchè ci siamo allunghiamo la lista aggiungendo Spirito Santo perché sta per entrare nel progetto anche lei).
Accettando la proposta ho subito pensato cosa fosse bene fare. Ovviamente prima cosa ascoltare e osservare.
Di fatto, abbiamo aperto al martedì San Bartolomeo per le elementari con anche uno spazio per le medie. Abbiamo mantenuto il venerdì a Roncina. A Regina Pacis abbiamo inserito un giorno (solo) per le medie. Abbiamo individuato la Casa del Giovane di Codemondo per ospitare i ragazzi delle superiori: questo per me è il cuore di tutto il progetto perché l'oratorio aspira a far emergere il protagonismo giovanile, un protagonismo totalmente diverso dai talent show ai quali ci stiamo abituando nei quali uno su mille ce la fa, ma un protagonismo del quotidiano, nel quale si fa fraternità e ci si mette al servizio dei più piccoli. È anche attraverso questo percorso che i ragazzi possono prendere consapevolezza di chi sono e a cosa sono chiamati a diventare. Questa è una prospettiva vocazionale: ognuno di noi è un chiamato alla vita per dare vita. Anche per questo è stato realizzato un percorso di formazione per animatori guidati dalle parole di Papa Francesco all'ultima gmg. Inoltre si è messo in piedi, in accordo anche con l'Istituto scolastico Lepido, un percorso di orientamento per i ragazzi di III media.

Non parliamo però di programmazione, ovvero al chi fa che cosa. Vorrei, piuttosto, stare sulla progettazione che rispondono ad altre domande: da dove si parte, con che stile si viaggio, per andare dove. Abbiamo detto qualcosa sul punto dal quale siamo partiti. Ma come si viaggia? Come si fa oratorio? Questa è la chiave. Se la finalità dell'oratorio è di evangelizzare occorre chiedersi come farlo. Solitamente commettiamo l'errore di relegare l'evangelizzazione al catechismo ma non è così. L'oratorio può dire tanto di Gesù. Di Gesù viene narrata la sua capacità di accogliere tutti, di lasciarsi interrogare dalle vicende della vita, di spingere lo sguardo oltre, di sanare le ferite, di passare tempo a tavola con i peccatori, di pregare assieme ai discepoli, di rimproverare i comportamenti che si discostano dal Regno dei Cieli... Come Gesù. Bisogna fissare lo sguardo su quel benedetto “come”.
Un oratorio che sa accogliere tutti e li saluta migliori di prima è un oratorio che evangelizza.
Un oratorio che sa accompagnare le giovani generazioni nel prendersi delle responsabilità è un oratorio che evangelizza.
Un oratorio che sa far festa senza confondere il ballo con lo sballo è un oratorio che evangelizza.
Un oratorio che sa dire a un adolescente che va male a scuola che ha qualcosa da poter insegnare a un bambino è un oratorio che evangelizza.
Un oratorio che sa essere rifugio per chi a casa non trova spazio è un oratorio che evangelizza.
Un oratorio che si mette in gioco in tutto questo e in altre cose ancora perché desidera proclamare coi fatti che il Regno dei Cieli è vicino nonostante a volte inciampi in incidenti è un oratorio che evangelizza.

Direte “Beh Ciri la fai molto romantica e semplice la questione!”
Mi vengono in mente le parole di San Paolo quando scrive ai Corinzi: “Abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di ringraziamento, per la gloria di Dio”.

Detto questo proviamo a dirci quali potrebbero essere le prospettive future. Il fatto è che mi è stato affidato un compito da superman: un educatore per cinque oratori.
Le possibilità sono due. La prima sarebbe concentrare tutte le energie su un unico oratorio aperto tutti i giorni. Così facendo però si andrebbero a creare almeno due problemi pastorali: il primo quello di perdere la capillarità con la quale si arriva con tutti e cinque gli oratori: il secondo quello di perdere la peculiarità di ciascun oratorio. Ricordiamoci che aprire un oratorio non è come aprire un McDonald dove tutto è standardizzato: in oratorio tutto è creato su misura.
La seconda possibilità è quella di aprire ogni oratorio un giorno alla settimana e basta. Anche qui però non mancherebbero problemi. Innanzitutto un giorno alla settimana è davvero poco se pensiamo che per educare occorre passare anche tanto tempo insieme per creare una relazione profonda e significativa. In secondo luogo impazzirei del tutto se dovessi far questo da solo.

Sembra dunque non esserci una possibilità migliore di un'altra. Che fare?
Credo che siamo arrivati a una svolta. Riflettiamo insieme. Probabilmente non esiste da nessuna parte in Italia un Progetto educativo costituito non da un solo oratorio ma da tutti gli oratori di queste nuove cose chiamate unità pastorali. Siamo dei pionieri, con tutti gli oneri e gli onori del caso. Facile gestire un oratorio per un educatore? No, ma possibile. Gestire cinque oratori per un educatore è impossibile. E io non faccio differenza.
Credo che il punto di svolta sia questo: creare le basi per una Pastorale Oratoriana. Solo perché non ne abbiamo mai sentito parlare, non significa che sia una parolaccia. Di per sé ogni progetto di oratorio è un progetto comunitario. Ma qui si va ancora oltre. Se l'unità pastorale è comunione di comunità, così sarà anche per i rispettivi oratori...o no?
Dobbiamo pensarci in cammino, sempre. Occorre ancora una volta, e in modo ancora più diffuso mettersi in ascolto, metterci in ascolto. Di chi? Dello Spirito: perché c'è e ci vuole parlare. Se non ci credi non è un problema dello Spirito, ma tuo.
È il momento di prepararci a fare questo scatto: l'oratorio visto come una faccenda bene o male da delegare a poche persone, a un'impresa di comunità. La dico grossa: prendersi cura delle giovani generazioni per una comunità è questione vitale, come il prendersi cura dei poveri è una questione vitale per una comunità cristiana. Cristiana.

Un'idea per il prossimo anno. Immaginiamo di aprire le porte di Roncina due volte a settimana anziché una e far la stessa cosa con San Bartolomeo. Immaginiamo di mantenere le quattro giornate di Regina Pacis (cinque se pensiamo al martedì per la terza età....progetto meraviglioso, complimenti a chi lo ha messo in piedi). Immaginiamo di aprire Spirito Santo tre giornate per le medie, con un accompagnamento a piccolo gruppo perchè con le medie i grandi numeri sono impensabili.
Non vi pare un bello spettacolo?
Non riuscite a cogliere i volti, i cammini, le storie, i sogni, i fallimenti, le litigate, le riconciliazioni, l'entusiasmo di tutte questa folla?
Davanti alla folla affamata Gesù ha davanti a sé solamente un ragazzo con cinque pani e due pesci: cosa è questo per così tanta gente?
Non tanto Ciri, ma Gesù sta andando alla ricerca dei pani e dei pesci presenti in questa unità pastorale, in particolare dei giovani (ma non solo). Pani e pesci, talenti, disponibilità di chi crede in un futuro possibile e migliore.

Non si può però improvvisare un cambiamento, tanto più quando esso è davanti alla libertà di un mare di gente. Mio compito da adesso in avanti sarà soprattutto quello di prepararvi a diventare responsabilmente una comunione di comunità educanti.
Come primo fondamentale passo (oltre al Weekend dell'Educazione che abbiamo vissuto) sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre sarà indetto nella nostra unità pastorale un Primo Sinodo sugli Oratori. Non è un modo per scimmiottare il Sinodo sui Giovani che si terrà a Roma a ottobre fra i vescovi. È una modalità di aprirsi come comunità a ciò che lo Spirito sta cercando di dirci qui e ora. Il Sinodo sugli Oratori sarà un esercizio di discernimento comunitario. Esercizio non perché è una cosa finta ma perché dobbiamo imparare a fare discernimento comunitario. Per questo in vista di questo appuntamento preparerò del materiale apposta per chi desidererà partecipare. Non sarà dibattito ma discernimento. È molto diverso. Informazioni più dettagliate verranno divulgate a tempo opportuno.

Vado terminando lasciandovi alcuni consigli di letture interessanti. In primis tenete monitorato il blog degli oratori di Santa Maria degli Angeli sul quale trovate riflessioni e informazioni utili. Anche questo servizio lo comincerò a prendere più in mano rispetto a prima proprio perchè il mio deve diventare sempre più un ruolo generativo e di regia (il mio è un mandato di tre anni).
Due libri molto belli sugli oratori sono “Un Oratorio per educare” di don Marco Mori e “I ragazzi dell'oratorio”. Quest'ultimo è più complesso ma va nel profondo delle questioni.

lunedì 24 aprile 2017

Estate in Oratorio 2017

"Sogno una Chiesa in uscita"
[Papa Francesco]

Pasqua passata è tempo di progettazioni di grest e campi estivi!
Lo sanno bene i ragazzi delle superiori che saranno i veri protagonisti di questi centri. Veri protagonisti, non come star di Hollywood, in attesa di tutte le comodità del mondo, ma veri animatori sociali - direbbe Papa Francesco - pronti a scambiare l'accoglienza di un buon divano con un paio di scarpe per andare incontro agli a bambini e adolescenti e diventare loro stessi accoglienza per altri.
Dicevo che è tempo di progettazioni e di formazioni per questi ragazzi e le persone più adulte che li seguono. Questo è anche il tempo dei volantini e per rendere ancora più comunitaria la nostra idea di oratori abbiamo creato un primo volantino con tutte le iniziative che in questa estate (da giugno a settembre) si svolgeranno nei nostri oratori.
Come l'anno scorso, anche quest'anno partirà una "Carovana del Grest" con l'idea che pur concretizzandosi ogni campo estivo in un particolare oratorio ne esce tuttavia un progetto unitario che comprende tempi, luoghi e persone diverse accomunate però dal desiderio di fare un pezzo di strada insieme e secondo lo stile di Gesù: egli infatti non impediva di comunicare il Vangelo anche chi non era nella cerchia dei dodici perché lo Spirito soffio in ognuno e chi semina con lui raccoglie.
Scendendo nello specifico a giugno la nostra Unità Pastorale ospiterà il grest di Regina Pacis, mentre a luglio ve ne saranno ben tre (purtroppo alcune date non siamo riusciti a modificarle anche in vista del mio matrimonio che si terrà sabato 17 giugno e al quale invito quanti
di voi vorranno venire). La prima settimana vi sarà il grest a Codemondo, nella prime due a Spirito Santo e per tutto il mese si terrà il primo Grest2.0 a Roncina (con uno spazio di tempo dedicato ai compiti).
A settembre vi saranno i c.d. CompiGrest che strada facendo capiremo quanti aprirne e per quali fasce di età. La decisione non è ancora stata presa non per pigrizia ma per ascoltare più persone possibili e rendere anche questo progetto non qualcosa di fatto a tavolino ma come il risultato di un processo comunitario.
Cercate il volantino nei vostri oratori in attesa anche di quelli specifici di ogni campo estivo!


Se vengo posso portare la chitarra?

E' strano pensare come a volte le strade si aprano davanti senza che tu te ne renda conto. A volte tocca solo prestare attenzione.
Dopo ormai più di un anno che cerco di stimolare ragazzi delle superiori di Regina Pacis a fare gli animatori in oratorio senza cavarne fuori granché, ecco che qualche giorno fa è successo qualcosa di nuovo e di inaspettato.
Facendo l'educatore anche in una scuola superiore di Reggio Emilia, in una delle classi in cui sono andato per il mio incontro mensile con la classe ho parlato dell'importanza del servizio. Al termine della lezione un ragazzo mi aveva chiesto dove lavorassi al pomeriggio e la prima sorpresa è stata che suo fratello frequenta il doposcuola delle elementari a RP.
Qualche giorno dopo me lo ritrovo a prendere suo fratello al termine dell'oratorio. La settimana dopo vedo che lo viene a prendere sempre prima...in realtà non aveva bisogno di ritirarlo presto, aveva piuttosto una domanda da farmi. "Ciri, ma se tipo io vengo qui a dare una mano come animatore posso portare la chitarra che insegno a suonare ai bambini?". Ecco la grande novità: per la prima volta non ero io che andavo a chiedere a qualcuno di montare sul progetto, ma da fuori qualcuno bussava per poter entrare. Per me è stato un grande sollievo.
Mi è venuto subito alla mente l'incontro fra don Bosco e quello che sarebbe diventato uno dei suoi primi ragazzi. In quella circostanza aveva chiesto al ragazzo cosa sapeva fare nella vita e l'altro non trovava niente di buono da dire. Alla fine di una lunga serie di possibilità don Bosco gli ha chiesto: "Sai fischiare?" e quello "Certo!", e don Bosco "Vedi che allora qualcosa lo sai fare!".
Fischiare, saper suonare la chitarra, sono poche cose davanti alle grandi sfide e ai grandi problemi della vita eppure se presi sul serio possono essere lo spiraglio attraverso cui un ragazzo comincia a giocare i suoi talenti, a trafficarli per metterli al servizio di altri.
Spero proprio di sentire tanti altri bussare alle porte dei nostri oratori carichi dei loro zaini pieni di chitarre, barzellette, passioni, e così via.

mercoledì 19 aprile 2017

Verso il Weekend dell'Educazione

Carissimi,
intanto Buona Pasqua di risurrezione!

Come avrete visto, stanno girando voci e volantini riguardo al Weekend dell'Educazione di cui già vi avevo accennato e che si svolgerà da venerdì 5 a domenica 7 maggio presso gli oratori di Santa Maria degli Angeli. Ora che il programma è pronto occorre preparare noi stessi a vivere, e a vivere bene, questi giorni di grazia, di ascolto, di riflessione, di comunione. L’idea nasce dal fermarsi e riflettere. I nostri oratori infatti stanno dando vita a tante attività e programmi… ma occorre prendersi un tempo per dirci di nuovo perché e come: il senso e lo stile. Queste tre giornate vorrebbero diventare un appuntamento fisso nell’agenda di ogni anno per cui si capirà strada facendo come meglio impostarlo.

Anzitutto è aperto a tutti. Se è vero che il centro saranno gli incontri serali (senza tener conto della Messa domenicale che è chiaramente il punto centrale di ogni azione educativa in parrocchia) a cui ci si indirizza prevalentemente dai giovani universitari ai pensionati, non si è voluto perdere di vista la dimensione comunitaria e plurigenerazionale che l'idea di oratorio incorpora in sé. Si è pensato così di inserire momenti di gioco, momenti di preghiera, momenti a tavola.

In seconda battuta vorrei dire che questo fine settimana è immerso nel cuore del periodo pasquale che terminerà domenica 4 giugno con Pentecoste. Pensare che in questo periodo ci arricchiamo della lettura degli Atti degli Apostoli è confortante: anche noi in questi giorni faremo tesoro dei nostri atti, sia quelli positivi che quelli da migliorare. Come sempre la Parola di Dio ci precede, ci raggiunge e ci sorpassa... e meno male.

Dico due cose sui diversi incontri serali che avranno luogo. La prima serata la terrà don Giordano Goccini (direttore del Servizio di Pastorale Giovanile Diocesano), e ci aiuterà a riflettere sul modello educativo oratoriano da punti di vista quanto mai scontati. La seconda serata la terrò io cercando di rileggere ciò che sta avvenendo nei nostri oratori alla luce dell’incontro precedente, partendo da una serie di interviste a cui sto sottoponendo ragazzini e giovani (mi piacerebbe anche qualche adulto) in questo periodo. Domenica avranno luogo due incontri. Il primo, prima di cena, rivolto alla comunità degli adulti in cui don Paolo rileggerà il cammino degli oratori dentro il cammino dell'Unità Pastorale. Alla sera, invece, sarà dedicata ai giovani universitari: in questa serata, io e don Paolo, illustreremo una proposta di crescita missionaria che vorrebbe prender piede dall’inizio di settembre.

Non allarmatevi se non siete stati avvisati prima ma abbiamo iniziato ad attivarci per le faccende pratiche da non molto: prima abbiamo voluto capir bene il senso di tale evento. Non un evento per dire quanto siamo bravi (o meno), ma un’occasione in cui soprattutto la

fascia adulta della popolazione dei territori in cui abita la nostra unità pastorale si ferma a osservare quanto avviene nei nostri oratori e ad interrogarsi sulle possibili strade da percorrere.
Concludo abbozzando l’idea che (come ho già scritto) credo sia bello iniziare un cammino di discernimento comunitario sugli oratori. Il Weekend dell’Educazione è uno strumento, non un fine. Tuttavia da solo non basta a creare un pensiero comunitario aperto all’azione dello Spirito che rende nuove tutte le cose. Perciò a fine settembre mi piacerebbe proporre (con modalità e tempi opportuni) una sorta di Sinodo sugli Oratori (ricordando che ad ottobre vi sarà a Roma il Sinodo sui Giovani da parte dei vescovi).

Vi aspetto ai vari appuntamenti del Weekend dell'Educazione!!

Ciri

sabato 15 aprile 2017

Dalla penombra del sepolcro

"Ci sono cristiani che sembrano avere 
uno stile di Quaresima senza Pasqua" 
[Papa Francesco, Evangelii Gaudium n. 6]

Mi affascina sempre questo momento dell'anno. Mentre scoppia la primavera attorno a noi senza quasi che ce ne accorgiamo, scoppia anche l'amore di Dio per noi...senza quasi che ce ne accorgiamo.
Scoppia in lacrime Gesù, scoppia in lacrime Maria, scoppia in lacrime Giuda, scoppia in lacrime Pietro. Scoppia l'odio nei cuori dei presenti al sinedrio, scoppia di impazienza la folla nell'invocare una sentenza senza speranza, scoppia la testa di Pilato perché la verità che cerca non la può trovare tanto nei ragionamenti, ma nel contemplare l'uomo: ecce homo!
Questo è l'uomo: Gesù non è passato oltre i nostri sepolcri...e non ha schivato nemmeno il suo, lui che è Dio. Gesù ha dimorato e dimora tutt'ora là dove la nostra vita comincia a puzzare di morte. Lo ha fatto con Lazzaro, lo ha fatto con me (e con tanti altri).
Eppure Dio tace. Il Creatore che attraverso la Parola tutto ha creato, sabato santo tace. Teologicamente Dio è colui che parla e l'uomo è colui che ascolta. Durante il Triduo pasquale viviamo anche questo "passaggio": Dio accorcia tutte le distanze con l'uomo, fino a ribaltare la condizione. Gesù non è venuto per essere servito ma per servire: è Lui che lava i piedi agli apostoli...perché li ama fino in fondo, anzi fino ribaltare quello che sembrava essere il fondo del barile, come se ci fosse un doppio fondo nascosto, misterioso, affascinante.
Ecco la penombra del sepolcro. Si tratta di quella zona in cui non si capisce se si vede meno o se si scorge qualcosa di più. Se Gesù e il Regno sono una bufala o se effettivamente si sta compiendo questo Regno. Per cercare la risposta occorre mettere in pratica due verbi: ascoltare e camminare.
Se dalla penombra del sepolcro stiamo riconoscendo un Dio che smette di parlare per mettersi in ascolto, allora anche noi dobbiamo seguire il suo esempio: "ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno". La seconda cosa è mettersi in cammino. Ma verso dove?
Ognuno di noi ha luoghi in cui è stato visitato da Dio nel profondo: occorre tornarvi con la memoria della fede. Celebrare la risurrezione di Cristo è celebrare la tua risurrezione: cerca le tue tombe! Troverai Dio all'opera da tempo! E ti sta aspettando!
Non vi troverai uova, conigli, bancarelle, pranzi sontuosi: sperimenterai l'abbraccio benedicente del Padre nei confronti tuoi, suo figlio prediletto nel quale si compiace!
Perché scrivere questo sul blog dell'oratorio? Perché anche questo può essere visto come un sepolcro in cui gettare maree di disperati oppure un nuovo cenacolo di morti tornati alla vita. Gesù non ha voluto fare nulla da solo: non ha vestito i panni del supereroe. Si è circondato, invece, di uomini, anzi di pescatori di uomini.
Che questa Pasqua segni anche un nuovo passaggio per gli oratori delle nostre comunità: sempre più cenacoli di fraternità per collaborare al Regno. Entriamo in una nuova fase: fin'ora mi avete dato fiducia, oggi chiedo io a voi di cominciare un cammino sempre più comunitario nel prenderci cura delle giovani generazioni, e la Chiesa non può tirarsi indietro da questo, altrimenti saremo collaboratori di sepolcri, dimore di morti.
Che questa Pasqua dia inizio, attraverso lo Spirito del Signore, a un cammino che porti a creare una Pastorale Oratoriana di Santa Maria degli Angeli, fratelli per fare fratelli.

Buona Risurrezione!!

Ciri


mercoledì 5 aprile 2017

Quale senso al progetto oratori?



Carissimi,

a circa un anno dal mio arrivo nella vostra Unità Pastorale vorrei condividere con voi il senso che sta sotto al progetto dei vostri oratori.
Chiaramente non potrò essere esaustivo con un articolo: non chiedetemi troppo. Altrettanto certamente il mio mandato non si esaurisce nel passare del tempo in oratorio: non chiedetemi troppo poco.
In queste poche righe cercherò di far intravedere l’invisibile: il lavoro dietro le quinte e che coinvolge due splendidi organi, cuore e cervello. Il primo perché, come diceva don Bosco, educare è cosa del cuore. Cuore inteso quindi come la sede degli stati d’animo (emozioni e sentimenti), dove si coltivano le relazioni più profonde e approfondite (in oratorio in particolare coi giovani), ma anche luogo dove si fa discernimento e nascono le decisioni. Il cervello invece aiuta a leggere le situazioni con strumenti e criteri appropriati e a trasformare una serie di attività in un programma, una serie di programmi in un progetto…e una volta capito partire e ripartire dal progetto, quello strumento che ci chiede da dove si parte per andare dove con che stile.
Il senso, ovvero la direzione, del progetto oratori è senza alcun dubbio l’evangelizzazione. Avete letto bene. Al centro di tutto non c’è l’animazione, né offrire un servizio alle famiglie, né il trasmettere dei saperi. Il senso dell’oratorio è in primis evangelizzare: il resto viene di conseguenza e diventa l’espressione concreta di tale annuncio e testimonianza evangelica.
Ciò che è più visibile (per lo meno ai più attenti e presenti) è la concretizzazione di ciò che comunque viene connotata da uno stile. Il mezzo più importante che stiamo cercando di far fermentare negli oratori di Santa Maria degli Angeli è la fraternità. Tale fraternità ha molteplici modalità per incarnarsi e solo alcuni di queste riescono ad essere progettate, tante altre rimangono nei gesti semplici e nascosti di ogni giorno. Ne elenco le principali: il giovedì pomeriggio alla Casa del Giovane per tutti i ragazzi delle superiori (punto di ritrovo, di attesa, di compagnia, di studio e divertimento); il momento dei compiti per le medie e le elementari proposto a piccolo gruppo con un adulto che accompagna questo processo di comunione e autonomia allo stesso tempo; il cortile in cui si mescolano ragazzi di ogni età, con giochi di ogni genere; la riflessione attraverso un cartone animato (elementari) e un film (medie); …
Il secondo mezzo attraverso il cui in oratorio pensiamo di evangelizzare è il servizio. Non solo fratelli ma fratelli che si aprono all’altro, specialmente sul più piccolo. Ecco allora i volontari adulti che in diversi modi e tempi mettono in gioco le competenze sviluppate in una vita. Ecco ancor di più allora i giovani e giovanissimi talvolta alla ricerca dei talenti nascosti da poter far emergere e a sua volta sviluppare. Per questo è necessario sempre più un accompagnamento da parte mia attraverso un percorso di formazione e di accompagnamento personali.
Una terza porta attraverso cui si vive il Vangelo in oratorio è l’accoglienza. E qui dobbiamo chiederci quanta accoglienza e di che qualità. Inevitabilmente sono da evitare gli estremi. Da un alto accogliere tutti allo stesso modo e con le stesse offerte significa n realtà non seguire bene il cammino di nessuno. Dall’altro lato si correrebbe il rischio di creare una élite di pochi ben curati ma che non respirano il mescolarsi con gli altri. Interrogarsi sull’accoglienza significa anche chiedersi a chi ci rivolgiamo, chi chiamiamo “nostri” ragazzi e chi invece escludiamo da questo circolo.
Credo fermamente che ogni oratorio dell’u.p. si stia aprendo al suo territorio e si sta lasciando abitare da coloro che si sono fatti avanti. È un ottimo punto di partenza…ma non basta. Dobbiamo imparare a fare discernimento e discernimento comunitario. Per questo il 5-6-7 maggio abbiamo pensato a un Weekend dell’Educazione, un tempo per fermarsi e mettersi in ascolto. In ascolto anzitutto di ciò che sta succedendo nei nostri oratori, in ascolto dei ragazzi che li abitano, in ascolto di ciò che lo Spirito sta suggerendo a voi (e noi) adulti per continuare il cammino in maniera sempre più fedele al Vangelo. Vi invitiamo dunque a tenervi liberi sia come agenda sia come cuore. Da lì vogliamo ripartire con un percorso più comunitario (da tempo mi balena in testa l’idea di fare una sorta di Sinodo sugli Oratori che potrebbe cominciare a fine settembre) e più aderente alla vita dei giovani che vivono nel nostro territorio. Anci scusate. Non nel “nostro” territorio, ma del territorio su cui vive questa comunità di discepoli del Risorto.
Per incominciare ad ascoltare di più vi lascio la mia email: ciri46@hotmail.it
Non scrivetemi per sostenere una “lobby” in cui mi si chieda di risolvere problemi: non chiedetemi troppo. Non scrivetemi per spegnere lo Spirito: non chiedetemi troppo poco.
Buona Quaresima,