venerdì 1 settembre 2017

Sinodo - L'oratorio come tema

L'oggetto di cui parliamo è l'oratorio: per capire meglio e sinteticamente di cosa si tratta prendiamo spunto da un documento scritto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesano [Voglia di Oratorio].
L'oratorio è una proposta molto aperta che si rivolge a tutti i bambini, ragazzi, giovani e li introduce in una comunità variegata e molto versatile che non corrisponde esclusivamente alla comunità cristiana. È un'attività che ha a che fare con la carità educativa e non solo con la formazione cristiana: in questo senso dobbiamo interrogarci maggiormente sul concetto di povertà educativa.
Tre linee per definire un oratorio

  1. Cortile. La peculiarità dell'oratorio sta nella sua capacità di accoglienza a 360° (alle periferie direbbe Papa Francesco) che si esprime spazialmente nel cortile aperto.
    1. L'apertura feriale e con essa l'accoglienza ai ragazzi in maggiore difficoltà
    2. La necessità di alcune figure educative che garantiscano presenza e continuità
    3. La varietà dell'offerta formativa, che va dal sostegno scolastico alle attività espressive
    4. La sfida dell'integrazione culturale degli immigrati e l'accoglienza alle diversità religiose


  1. Comunità. Le normali attività educative si realizzano in un processo duale: da una parte chi insegna e da una parte chi impara. L'oratorio nasce da una visione educativa di modello comunitario che coinvolge diversi livelli
    1. La comunità cristiana che progetta e sostiene l'oratorio come un suo spazio di attività
    2. Attraverso un progetto educativo condiviso e in continua evoluzione
    3. Il protagonismo progressivo dei ragazzi e dei giovani, nell'ottica della peer-education
    4. La visione di un welfare di comunità, come proposta cristiana alla società civile, nell'orizzonte di una corretta e solidale sussidiarietà
    5. Il coinvolgimento di una rete di collaborazioni che travalica i confini della comunità cristiana
  1. Evangelizzazione. L'oratorio nasce da una comunità plasmata dal Vangelo e vuole annunciare il Vangelo, nella convinzione che Cristo è il Salvatore del mondo. Tuttavia questo annuncio non parte dal pulpito ma dall'incontro coi ragazzi e dall'accoglienza, e non utilizza un linguaggio strettamente religioso.
    1. Una regia educativo-formativa saldamente legata alla comunità cristiana e alle sue scelte
    2. Una formazione intensa e intelligente degli educatori e collaboratori a ogni livello
    3. L'acquisizione di una grammatica del Vangelo capace di parlare le lingue del mondo
    4. Il riconoscimento di percorsi di salvezza nella vita dei ragazzi nel loro affacciarsi al futuro (dimensione vocazionale)
    5. Un dialogo aperto e genuino con le istituzioni civili con reciproco riconoscimento di ruoli e diversità

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