«A che cosa possiamo
paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È
come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più
piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando
viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa
rami così grandi che gli uccelli
del cielo possono fare il nido alla sua ombra». (Mc 4, 30-32)
Dire cosa è un oratorio è allo stesso tempo semplice e
difficile. Non possiamo dire che all’oratorio si può far tutto, che all’oratorio
non ci sono pretese, che l’oratorio sia uno spazio come un parco nel quale vado
e mi diverto con gli amici ma con la “certezza” che, a differenza di un parco, sia
un luogo più sicuro, vigilato, controllato. Se questo fosse l’oratorio, cambierei
mestiere: ci sarebbe poca differenza dal “Paese dei Balocchi” di Mangiafuoco,
no? Ma noi desideriamo crescere degli asini o educare dei ragazzi a vivere in
pienezza la loro vita?
Ecco perché mi sembra utile prendere un po’ di tempo e
cominciare a condividere con voi alcune riflessioni sull’oratorio. Riflessioni perché
siamo proprio come allo specchio: quale riflesso mostra il nostro oratorio, l’oratorio
di Regina Pacis? Questa è la domanda che continuamente dobbiamo andare a
scavare al fine di trovare la fonte a cui anela la nostra sete, sete di
educazione.
Grazie a questo spazio web, possiamo davvero generare un
pensiero, interrogarci, aprirci all’ascolto. Se è chiaro che le relazioni vivono
e crescono di incontri reali che un blog non permette è anche vero che questo
strumento ci dà la possibilità di diffondere tali riflessioni con un raggio
molto più esteso.
Forse sarà come un seme caduto sulla strada, forse come un
seme caduto fra le pietre o fra i rovi…forse sarà come un seme caduto sul terreno
fertile, accogliente e che porta frutto. Di quale frutto stiamo parlando? Del discernimento
comunitario: una comunità che si lascia interpellare e si apre all’ascolto
dello Spirito per prendere in mano la storia, in questo caso la vita del suo
oratorio, e farla fiorire come il Signore desidera. Non possiamo permetterci di
lasciar le decisioni a pochi addetti ai lavori e tanto meno di evitare di
prenderne affatto: l’oratorio è espressione di una comunità di discepoli di
Gesù, una comunità che punta gli occhi sulle giovani generazioni con uno sguardo
di
benevolenza e di speranza, sapendo che da questo sguardo esse potranno
trarne vita, una vita che vale la pena di essere vissuta e donata per il
meglio.
Dunque a cosa potremmo paragonare l’oratorio? E in
particolare l’oratorio di Regina Pacis?
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