Carissimi,
purtroppo non mi è possibile essere con voi quest’oggi ma
reputo importante dare quantomeno un mio contributo scritto.
Ho provato ad accostare le parole scritte da papa Francesco
nei punti dell’EG che avrete appena letto con il progetto educativo degli
oratori, con la vita che abita in questi luoghi. A circa due anni dal mio
arrivo (per alcuni oratori poco più e per altri poco meno) sto vedendo quanta
strada abbiamo già fatto. Mi sento sempre più voluto bene da voi e questo è per
me motivo di grande fiducia e di incoraggiamento. Per questo vi ringrazio di
cuore. Allo stesso tempo vivo anche un certo senso di lontananza da parte delle
comunità al progetto degli oratori. Eppure dovreste vedere che vivacità in
questi luoghi. Si vive (a tempi alterni certamente) quella gioia missionaria di
cui parla Francesco, quella gioia che vive anche Gesù quando si rivela ai
piccoli. Stiamo camminando, non c’è
dubbio, eppure penso davvero che sia il tempo di entrare dentro una
co-progettazione: i ragazzi hanno bisogno di una comunità che si faccia vedere
e sentire. Ci sono mille modi per poter concretizzare questa frase ed è per
questo che ho bisogno di progettare con voi, con una comunità effervescente.
Il papa parla di discepoli che prendono l’iniziativa. Io ne
ho prese tante fino ad ora e sempre più. Certamente quelle che però hanno
maggior efficacia sono quelle cha partono dalle idee di parrocchiani che mi si
fanno vicini, mi raggiungono e chiedono di provare a vedere quello che loro
vedono e di poter immaginare qualcosa di bello in oratorio.
Conosco sempre più fra voi evangelizzatori che hanno odore
delle pecore, che hanno quella scintilla che li porta oltre, che li porta a
donarsi. Quanto bello e prezioso sarebbe mettersi in cammino insieme. Magari
per piccoli tratti oppure per lunghi, chissà: che spettacolo sarebbe!

Ma quanti ragazzi potrebbero ancora avvicinarsi alla sorgente
se davvero ci pensassimo chiamati in causa in questo percorso! In oratorio, a
prescindere dell’età, hai sempre la possibilità di donarti. Abbiamo, infatti,
bisogno di educatori, di animatori, di baristi, di chi ci compra un pallone o
una rete, di chi fa un’offerta, di chi viene a pulire, di chi viene a
incontrare chi c’è, di chi non può far nulla di questo ma può pregare per i
ragazzi dell’oratorio e per questa opera missionaria. Già, missionaria perché
tutti i piccoli sono poveri se non hanno punti di riferimento credibili, luoghi
adeguati in cui crescere, esperienze di gruppo, momento di servizio e di
riflessione.
Vi invito col cuore in mano a partecipare al Weekend
dell’Educazione che si terrò il 20-21-22 aprile. In particolare sabato
presenterò a tutti per la prima volta il progetto educativo degli oratori della
UP. Verrà consegnata nella stessa serata un depliant cartaceo progetto: uno
strumento veloce da leggere e sintetico così da poter entrare nella case di
ciascuno di voi. Un segno, se volete, di tutta una umanità amata da Dio che
nella ferialità dei giorni prende vita nei vostri oratori. Quindi venite così
vi portate a casa anche il gadget!
Altri due segni abbiamo pensato quest’anno per far entrare
maggiormente l’oratorio nella vostra quotidianità: il calendario 2018 (ne
abbiamo ancora qualcuno da svendere) e le felpe della UP che cominceremo a
vendere al Weekend dell’Educazione. Sono due segni che in sé incorporano due
finalità: rianimare una certe idea di appartenenza e dall’altra una fonte di
entrata per i tanti percorsi che stiamo offrendo in oratorio. Vi sollecito per
tanto a essere attenti a questi sforzi (non solo miei ma di un certo numero di
universitari).
Vi lascio la mia email per cominciare una co-progettazione
con chiunque ritenga preziosa l’opera missionaria oratoriana al fine di
migliorarla e viverla di più.
Un abbraccio,
Ciri
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