venerdì 12 febbraio 2016

1. L'oratorio accompagna con lo stile del Risorto


Ed ecco, in quello stesso giorno  due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». (Lc 24, 13-17)

Accompagnare. È il verbo usato per sintetizzare l’intuizione educativa ma con uno stile preciso: accogliere, affiancare, camminare insieme, non sostituirsi nel cammino, aspettare, sollecitare, responsabilizzare, rendere protagonisti, proporre, rileggere insieme.
L’oratorio accompagna nella crescita umana e spirituale. Non divide l’uomo dalla sua spiritualità, non crea scissione tra ciò che è della persona e ciò che è del Vangelo. È luogo di sintesi e di incontro anche tra le diverse dimensioni personali che nella nostra cultura vengono spesso presentate come escludenti o, almeno, indifferenti le une alle altre.
L’oratorio dovrebbe offrire questa possibilità: per questo risulta enormemente significativo là dove riesce a creare una sintesi tra vita e fede, un collegamento tra sentimenti e ragione, tra divertimento e responsabilità… Non ci mancano i percorsi educativi, forse ne abbiamo fin troppi; ci mancano i luoghi di sintesi tra i percorsi educativi: l’oratorio si muove dentro questa pretesa e assume questa sfida.
Come oratorio di Regina Pacis siamo in grado di assumere questo stile? Siamo consapevoli della sfide che questo stile incorpora? Prevale la paura di perdere il controllo o la consapevolezza di essere ispirati dal Signore?

Come oratorio di Regina Pacis siamo consapevoli del fatto che l’oratorio sia luogo di evangelizzazione? Siamo consapevoli che il Signore passa attraverso l’incontro con la vita dei ragazzi? Oppure prevale il separare ciò che sono i percorsi di fede (ritenuta come unica evangelizzazione) dal tempo passato (e se mai talvolta sprecato) da parte dei ragazzi fra le mura dell’oratorio?
CIRI

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