lunedì 15 febbraio 2016

2. L'oratorio accompagna le nuove generazioni

“Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.” (Lc 24, 17-21)

L’oratorio nelle nostre comunità è casa per i giovani e va mantenuta questa direzione. È facile intravvedere una serie di nuovi bisogni educativi che tutte le generazioni stanno vivendo. I nuovi mezzi di comunicazione elettronici, la massiccia presenza di ragazzi immigrati, gli orari della vita cambiati, la gestione di situazioni particolari nelle famiglie…
La comunità dell’oratorio porta avanti silenziosamente un’integrazione intelligente e costruttiva tra la tradizione e l’innovazione, tra l’accoglienza delle esigenze che si rinnovano e il mantenimento di ciò che abbiamo costruito di utile e di bello e che va trasmesso a tutti. Non è poco. (Don Marco Mori, Presidente del Forum Oratori Italiani)

Come oratorio di Regina Pacis ci sentiamo interpellati dai nuovi bisogni delle nuove generazioni?

Pensiamo che siano cose importanti ma che non ci competono oppure, nonostante il non essere degli esperti, pensiamo che ci competa dare un esempio, un certo stile, entrare senza paura dentro a tali problemi, sì delicati, ma che hanno bisogno di essere vissuti?

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