Ieri abbiamo salutato Alex, Ilaria e Arianna, i tre giovani universitari che dal 25 settembre scorso hanno intrapreso un anno di vita comunitaria presso la casa di Codemondo. Sta terminando il primo anno di questo progetto dedicato a giovani in ricerca di sé, di Dio e del proprio posto nel mondo. A settembre vorremmo ripartire con una nuova edizione di missionari a km zero. Così infatti abbiamo battezzato questo percorso (copiando spudoratamente da un progetto simile nelle case della carità di qualche anno fa). Missione perché fatta di due ingredienti concreti: la fraternità quotidiana in casa e il servizio settimanale in oratorio, tutto unito dalla preghiera.
Arianna, Ilaria e Alex sono stati un dono grande per la nostra UP, e hanno trovato nella vita comunitaria a loro volta un dono grande, da portare in missione finita la "missione". Chi li ha visti camminare in questi mesi è rimasto affascinato dallo stile di vita con cui hanno vissuto giorno dopo giorno. Uno stile fatto di preghiera appunto, ma anche di prossimità, di accoglienza, di ascolto, di attenzione a ciascuno bussasse.
Chi era ieri alla messa di saluto ha potuto scorgere un pezzo di cielo, trapelato dalla commozione e dalla bellezza di quanto accaduto in questo anno. Sembra ieri il giorno in cui sono entrati, in cui ancora prima sono iniziati i lavori di riordino dei locali. La comunità di Codemondo ha fatto un lavoro eccezionale, un lavoro umano più che materiale. Sono stati la famiglia e gli angeli custodi di questi tre compagni di viaggio. Sono rimasto piacevolmente sorpreso sentendo ieri quanto questa comunità sia stata contagiata positivamente dal progetto missione km zero, tanto da non voler chiudere qui ma allargare la proposta a nuovi giovani.
Si tratta di un progetto tanto bello quanto fragile: da un momento all'altro potrebbe andare in mille frantumi. Se quest'anno non ci fossero nuovi protagonisti difficilmente riusciremo a riproporlo l'anno successivo ancora. Sono progetti, questi, che hanno bisogno di molta preghiera affinché i giovani trovino il coraggio di rispondere. E perché possano essere ragazzi con le caratteristiche del pellegrino: umiltà nel lasciarsi guidare da qualcuno di diverso da lui, e desiderio di sprogrammarsi per mettere al centro l'altro.
Capite bene, dunque, che non solo questo articolo vuole essere un omaggio a Ilaria, Alex e Arianna (non basterebbe un intero blog per questo): vuole essere anche un invito a pregare "perché il Signore della messa mandi operai nella sua messe". Qualcuno a leggere si sentirà forse interpellato: non temere, solo abbi fede e tutto il resto ti verrà dato in aggiunta. Se credi che sia una bella proposta ma che non sia il momento giusto o che tu non ti senta pronto sappi una cosa: non esisterà mai il momento giusto e nemmeno quello in cui sarai pronto. Anche se non sembrano questi sono tutti idoli che ti stai facendo mentre Dio vuole incontrare te. Te. Se ti senti chiamato puoi scegliere: rispondere o ritrovarti con una chiamata persa. Ma non ti fanno una san(t)a invidia Alex, Ilaria e Arianna?
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