lunedì 30 luglio 2018

CompiGrest: doppio appuntamento a settembre


Ciao a tutti, 

dal 3 al 14 settembre andranno in scena i CompiGrest della nostra UP. Lo dico al plurale perché infatti non si tratta di un campo ma ben due contemporaneamente: uno a San Bartolomeo e uno a Regina Pacis, così da riuscire a garantire una presenza in campagna e una in città.
La proposta è incentrata sui ragazzini delle elementare e delle medie ma un grest, sì sa, è una giostra composta da molta gente: animatori, volontari, educatori, genitori che preparano le merende o che conducono un laboratorio e chi più ne ha più ne metta.
Preparare la costruzione durante il mese di agosto non è roba semplice: tanta gente è giustamente in vacanza e dedica il suo tempo alle relazioni famigliari e amicali. Niente di più bello. Dal mio punto di vista si tratta infatti di costruire tutta l'impalcatura del CompiGrest nella speranza che chiunque abbia anche solo una mezza mattinata di tempo possa rendersi disponibile comunicandomelo (i miei contatti li vedete nell'immagine del volantino).
Tra l'altro essendo due campi che agiscono in contemporanea per me diventa impossibile essere in entrambe i posti nello stesso momento (anche se ci sto lavorando su). Pertanto chiedo la disponibilità di adulti che a turno possano essere presenti per garantire una presenza educativa o quanto meno di responsabilità. Non si tratta di una cosa difficile ma di ricreare le dinamiche che si vivono in famiglia. Di fatto l'oratorio è una grande famiglia che necessita di fratelli, sorelle, mamme, papà, nonni e zii. Questi siete voi, questi siamo noi. 
In questo articolo (come avrete capito) non cerco solo di informare i genitori per iscrivere i figli (anche) ma colgo l'occasione per chiedere a ciascuno di voi un rinnovato impegno per dar vita al CompiGrest di casa vostra (o di quella a fianco, perché no?). 
Chiudo inserendo il n.180 dell'Istrumentum Laboris del Sinodo sui Giovani, ovvero un documento che riassume quanto ascoltato dai giovani in questi mesi e che servirà in particolare ai vescovi (ma non solo) per condurre il Sinodo di ottobre.

180. Merita una parola speciale la realtà dell’oratorio o di attività pastorali simili, che vedono la Chiesa soggetto proponente di un’esperienza che in vari contesti rappresenta, come dice una CE, «la cura specifica di una comunità cristiana nei confronti delle giovani generazioni. I suoi strumenti sono i più diversi e passano attraverso la creatività di una comunità educativa che sa mettersi al servizio, ha uno sguardo prospettico sulla realtà e sa affidarsi allo Spirito Santo per agire in modo profetico». Dove c’è l’oratorio le giovani generazioni non sono dimenticate e assumono un ruolo centrale e attivo nella comunità cristiana. Alcune CE si aspettano dal Sinodo un rilancio di questa esperienza.

lunedì 23 luglio 2018

Missione km zero: anno di vita comunitaria

Ieri abbiamo salutato Alex, Ilaria e Arianna, i tre giovani universitari che dal 25 settembre scorso hanno intrapreso un anno di vita comunitaria presso la casa di Codemondo. Sta terminando il primo anno di questo progetto dedicato a giovani in ricerca di sé, di Dio e del proprio posto nel mondo. A settembre vorremmo ripartire con una nuova edizione di missionari a km zero. Così infatti abbiamo battezzato questo percorso (copiando spudoratamente da un progetto simile nelle case della carità di qualche anno fa). Missione perché fatta di due ingredienti concreti: la fraternità quotidiana in casa e il servizio settimanale in oratorio, tutto unito dalla preghiera. 
Arianna, Ilaria e Alex sono stati un dono grande per la nostra UP, e hanno trovato nella vita comunitaria a loro volta un dono grande, da portare in missione finita la "missione". Chi li ha visti camminare in questi mesi è rimasto affascinato dallo stile di vita con cui hanno vissuto giorno dopo giorno. Uno stile fatto di preghiera appunto, ma anche di prossimità, di accoglienza, di ascolto, di attenzione a ciascuno bussasse. 
Chi era ieri alla messa di saluto ha potuto scorgere un pezzo di cielo, trapelato dalla commozione e dalla bellezza di quanto accaduto in questo anno. Sembra ieri il giorno in cui sono entrati, in cui ancora prima sono iniziati i lavori di riordino dei locali. La comunità di Codemondo ha fatto un lavoro eccezionale, un lavoro umano più che materiale. Sono stati la famiglia e gli angeli custodi di questi tre compagni di viaggio. Sono rimasto piacevolmente sorpreso sentendo ieri quanto questa comunità sia stata contagiata positivamente dal progetto missione km zero, tanto da non voler chiudere qui ma allargare la proposta a nuovi giovani.
Si tratta di un progetto tanto bello quanto fragile: da un momento all'altro potrebbe andare in mille frantumi. Se quest'anno non ci fossero nuovi protagonisti difficilmente riusciremo a riproporlo l'anno successivo ancora. Sono progetti, questi, che hanno bisogno di molta preghiera affinché i giovani trovino il coraggio di rispondere. E perché possano essere ragazzi con le caratteristiche del pellegrino: umiltà nel lasciarsi guidare da qualcuno di diverso da lui, e desiderio di sprogrammarsi per mettere al centro l'altro.
Capite bene, dunque, che non solo questo articolo vuole essere un omaggio a Ilaria, Alex e Arianna (non basterebbe un intero blog per questo): vuole essere anche un invito a pregare "perché il Signore della messa mandi operai nella sua messe". Qualcuno a leggere si sentirà forse interpellato: non temere, solo abbi fede e tutto il resto ti verrà dato in aggiunta. Se credi che sia una bella proposta ma che non sia il momento giusto o che tu non ti senta pronto sappi una cosa: non esisterà mai il momento giusto e nemmeno quello in cui sarai pronto. Anche se non sembrano questi sono tutti idoli che ti stai facendo mentre Dio vuole incontrare te. Te. Se ti senti chiamato puoi scegliere: rispondere o ritrovarti con una chiamata persa. Ma non ti fanno una san(t)a invidia Alex, Ilaria e Arianna?

Grest 2018 @ Spirito Santo


 Lo Spirito Santo's Camp di quest'anno non possiamo non dire che sia stato letteralmente INCREDIBILE!
Purtroppo ho potuto respirare quanto vissuto giorno dopo giorno solo alla serata finale, alla festa di chiusura del grest. La sensazione è stata di quelle che ti fanno dire: "Peccato non averlo potuto vivere!". Forse è il pensiero che hanno avuto anche tanti genitori, zii e parenti perché veramente gli educatori e gli animatori sono stati capaci di immergerci nel cuore del campo come mai ero riuscito a vedere...e dire che ne vedo di grest. Sto notando come ogni grest abbiamo le sue peculiarità: quello di Spirito Santo è certamente la sua abilità comunicativa grazie anche all'utilizzo geniale della tecnologia. Dovrei mettermi lì a imparare un po'.
Al di là di questo discorso, il bello di questo grest penso sia stato (come in ogni grest) la relazione animatore-ragazzo: l'instaurarsi di rapporti nuovi e di servizio non è mai roba banale. Questa è la chiave per capire di più chi è Dio: il proprio di Dio infatti è l'abbassarsi, l'avvicinarsi verso l'uomo. Non siamo noi che dobbiamo diventare perfetti: dobbiamo riconoscere l'azione di Dio che si china ogni giorno a guardare la terra e a prendersi cura delle sue creature. In oratorio si cerca proprio di vivere questo, ma non tanto a parole, quanto con la convivenza e lo stare gomito a gomito con ogni persona (direbbe Madaleine Delbrel).
Gli animatori (oltre alle tante creazioni fotoniche che hanno realizzato) hanno costruito una porta di entrata sulla quale si legge la scritta seguente: "Gli incredibili siamo noi". Questo è Vangelo, e Vangelo significa buona notizia. La buona notizia è che se ci guardiamo come Dio ci guarda siamo davvero incredibili. Purtroppo a volte pensiamo di doverlo dimostrare con performance, facendo vedere ad altri qualcosa che facciamo... non è questo. 

"Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Lc 10,20).

Se viviamo queste parole allora faremo cose grandi, con Dio. Ma incredibile è la vita di tutti i giorni. Apri gli occhi.

Grest 2018 @ Codemondo

Le prima due settimane di luglio Codemondo non si è trovata semplicemente in campagna: siamo stati invasi dalla giungla! Abbiamo fatto conoscenza di personaggi particolari: Bagheera la pantera, Baloo l'orso, Mogli il cucciolo d'uomo e via discorrendo. Eh già, è stata davvero un'avventura, a tratti pericolosa. La giungla infatti è popolata anche da belve feroci (come Sheere Khan, la tigre) e bestie astute (come Kaa, il serpente) che vogliono togliere la vita agli altri. Bagheera e Baloo, invece, rappresentano invece il prototipo del buon educatore e del vero amico. Il primo è colui che ti conduce anche sul tuo cammino, anche a costa di sofferenza e sacrifici; il secondo è disposto a dare la sua vita per te. 

7 Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;
e non fidarti subito di lui.
8 C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
9 C'è anche l'amico che si cambia in nemico
e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
10 C'è l'amico compagno a tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
11 Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso,
e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
12 Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e dalla tua presenza si nasconderà.
13 Tieniti lontano dai tuoi nemici,
e dai tuoi amici guàrdati.
14 Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
15 Per un amico fedele, non c'è prezzo,
non c'è peso per il suo valore.
16 Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti temono il Signore. (Sir 6,7-16)

L'oratorio, dunque, ha una missione speciale: vivere di vera amicizia con la guida di educatori liberi e liberanti. Una missione che può essere presa alla leggera, sottogamba. Stiamo attenti però perché i migliori "amici" delle ragazzi di oggi rischiano seriamente di essere lo smartphone e i videogiochi. Il contatto umano è da recuperare il prima possibile, per questo dico che l'oratorio ha oggi una missione irrinunciabile perché attuale. 
Il grest è stato davvero una boccata d'ossigeno per tutti: ragazzini, animatori, educatori e genitori. Sono contento che alla serata finale e l'ultimo giorno tanti genitori ci abbiano detto quanto bene si sono trovai i propri figli: hanno trovato molto più di un luogo e uno spazio in cui divertisti. Quante bello sarebbe stato fare un'altra settimana, ma non dimentichiamoci che a settembre partiranno i CompiGrest sia a San Bartomeo (polo di campagna) che a Regina Pacis (polo di città).
Che bel tragitto che stiamo facendo!

martedì 10 luglio 2018

Oratori in Piazza 2018

Questo è il III anno che la Pastorale Giovanile Diocesana organizza durante i grest una giornata per tutti questi campi in centro a Reggio!
Probabilmente quella di quest'anno è stata la giornata più riuscita di tutte!

Saremo stati in 2000 persone: che spettacolo!
I bambini delle elementari hanno partecipato a diversi minigiochi mentre le medie hanno dato vita a una caccia al tesoro fotografiche fra le vie del centro e pensate un po' chi ha vinto? Noi di Rocina, con la squadra più piccola che si era iscritta! Ricorda un po' la storia di Davide che vince Golia, il gigante campione dei filistei!
Al di là del risultato è stata davvero una giornata piena di vita e piena di parole di vita. Infatti, è cominciata con un discorso inaugurale da parte di don Carlo Pagliari (direttore della Pastorale Giovanile) e di don Alberto Nicelli (vicario del Vescovo) che ci hanno saputo introdurre al cuore dell'evento: puntare all'altezza dei nostri sogni, come ha fatto don Bosco fin da piccolo.

Uno dei momenti più belli è stato quello del pranzo: vedere un intero parco del centro storico abitato da così tanti ragazzi con magliette e cappellini dei colori più vivaci è davvero stato suggestivo. Inoltre si viveva una facilità incredibile nell'instaurare relazione con chi anche non avevi mai visto: non è scontato.
Ringraziamo dunque chi, oltre ai già citati, ha organizzato questa splendida manifestazione: Emanuele Simonazzi, Antonella Tosi, Samuele Adani e ai tanti e tanti altri che ha reso tutto questo possibile per i nostri ragazzi!!


Grest 2018 @ Regina Pacis

Ma quanta bella gente!

Questa è la frase che viene da dire se si è passati dal grest di Regina Pacis. Un sacco di animatori, aiutoanimatori e ragazzi hanno colorato via Gorizia a giugno!!

Ma ciò che ha reso unico questo grest è stato l'arrivo di una famiglia di cavernicoli! Un nucleo alquanto particolare e il cui padre osava ripetere "mai smettere di avere paura o finirete male"! L'esatto opposto di quanto è venuto ad annunciare Gesù. Ecco perché siamo tornati anche noi indietro nel tempo ma non esattamente alla preistoria quanto piuttosto nei primi tempi in cui i cristiani hanno iniziato a diventare tali, subito dopo la resurrezione di Cristo. Abbiamo provato a intervistarli per capire come non avere paura quando tutto fa pensare il contrario.

La gioia non nasce da una tomba vuota: da questa visione tuttalpiù può nascere sgomento, spavento e disperazione. Ciò che rende euforici i discepoli è l'incontro col Risorto, un incontro inaspettato ma che progressivamente svela l'uomo all'uomo e la paura scompare pur in mezzo alle avversità.

C'è bisogno di una luce per camminare nella vita e dunque nella fede: questo fuoco è lo Spirito Santo e la Parola di Dio che sostengono il nostro passo. Se così non fosse non sarebbe un tantino assurdo che un gruppo di discepoli dopo pochi giorni che il proprio capo viene ucciso annunciano in maniera decisa ed entusiasta il fatto che il maestro fosse risorto?
Abbiamo provato a vivere giorni di fraternità, come le prima comunità dei cristiani ci insegnano: mettevano tutto in comune, pregavano assieme, mangiavano assieme e celebravano Gesù assieme. In effetti fra giochi, laboratori, sport, merende, riflessioni e messe abbiamo vissuto questa pagina degli Atti degli Apostoli grazie soprattutto al lavoro di tantissimi animatori in gamba!


Grest 2018 @ Roncina


Quest'anno il grest a Roncina è stato un po' folle!! Assieme ai personaggi stravaganti di un noto cartone animato abbiamo passato avventure indimenticabili, fra tradimenti e alleanza, inimicizie e collaborazioni, sostenuti giorno dopo giorno dalla Parola di Dio che mi ci abbandona.


In particolare ci siamo fatti accompagnare dal discorso sulle beatitudini per renderci conto di cosa significa essere felici davvero. Abbiamo poi faticato a capire quanto ci costa perdonare sempre e fino in fondo (settanta volte sette). Abbiamo ascoltato la storia di un figlio che reputa suo padre come morto per poi partire per un paese lontano e perdere la felicità. Continuando il nostro cammino, Zaccheo ci ha parlato della misericordia di Dio e della nostra possibilità che continuamente abbiamo di convertirci all'amore. Un giorno abbiamo incontrato Pietro nella notte più buia della sua vita, la notte in cui ha rinnegato il suo maestro, lo stesso maestro che poi abbiamo incontrato il giorno dopo da risorto e le cui parole ai suoi amici sono state parole di pace e non di ricatto. Infine quel figlio di cui abbiamo accennato sopra lo abbiamo ritrovato sulla strada di casa, convinto di poter tornare come servo: di certo non avrebbe mai pensato di tornare più figlio di prima.


Non c'è dubbio: il grest evangelizza e rendere vivibile ogni passo del Vangelo. Ecco come abbiamo raccontato "Le follie dell'imperatore", o meglio le "follie di Dio", un Dio che è Amore e che non sa odiare, che non sa fregarsene dei suoi figli, un Dio che ci corre incontro, ci abbraccia, ci bacia e ci riconsegna il massimo della nostra dignità.