giovedì 21 dicembre 2017

Natale, tra correre e...restare

Siamo ormai al termine dell'Avvento. Sembrava ieri il suo inizio. Fra poche ore festeggeremo il Natale...ma ne siamo consapevoli?
In questi giorni, mentre scambio due chiacchiere coi ragazzi degli oratori chiedo loro se durante le vacanze saranno a casa. Moltissimi partono: diversi albanesi vanno a trovare i parenti, alcuni pakistani vanno a in Germania, Inghilterra, altre regioni di Italia dove vivono i cugini, i reggiani si dividono fra campeggi invernali e settimana bianca. Un Natale tutt'altro che rilassante. Ma, in effetti, leggendo i brani biblici di questi giorni la Bibbia stessa ci presenta una dinamicità pazzesca: Zaccaria che va al tempio, Gabriele che incontra Maria, Giuseppe che non sta nella pelle, Maria che va a trovare Elisabetta, la famiglia di Nazaret che va a Betlemme per censirsi, i pastori che accorrono, i magi che viaggiano...
Tuttavia alcuni restano (come me). Ho lanciato la proposta di tenere aperto un oratorio per le superiori come l'anno scorso i primi giorni dell'anno... Non sembra l'anno buono però. Così ho pensato di fermarmi io e lasciare che chiunque passerà da Regina Pacis (l'oratorio più centrale, aperto e vissuto) i primi giorni dell'anno sia accolto come si deve. Cosa mi aspetta? Incontri, tanti incontri mi auguro.
Se durante il resto dell'anno corro da un oratorio all'altro dell'UP, questo periodo natalizio proverò a stare ad aspettare in oratorio (oltre alle dovute ferie...in famiglia e ad Assisi coi ragazzi di Correggio che seguo). Mi spoglierò delle vesti dell'educatore onnipresente (che non sono) e indosserò quelle che mi si addicono di più, quelle povere di una stalla... d'altronde il Natale non è iniziato così, in una mangiatoia? E chissà che non incontri i "magi", i "pastori" e i "locandieri" di oggi.

Buon Santo e Povero Natale!


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