Carissimi un ringraziamento di tutto
cuore dalla Bahia. Grazie per l’amicizia, per il sostegno, la vicinanza e
l’aiuto. Sento forte e vivo il legame con tutti voi e per questo non posso che
lodare Dio, con il cuore pieno di riconoscenza. Tante volte penso ai vostri
volti e questo mi infonde pace, coraggio e gioia!
Vi mando due brevi righe per
condividere con voi alcune prime considerazioni riguardanti la vita sociale
qui in Pintadas. La società sembra camminare su due livelli: da un lato la
globalizzazione e la nostra civiltà occidentale sta entrando con tutti i suoi
aspetti positivi e negativi. In molte case la televisione monopolizza la vita
delle famiglia; cellulari, internet e mezzi di comunicazione sociale si stanno
espandendo a macchia d’olio. Tutto questo convive con una società che ricorda
molto la nostra società contadina degli inizi del secolo scorso: difficoltà di
spostamenti, in molte case di campagna si lavora ancora con zappa e machete, ci
si sposta di cavallo, mulo giumento o a piedi. La società ha fatto notevoli
passi in avanti: l’energia elettrica sta arrivando in quasi tutte le case, sta
avanzando il sistema scolastico e sanitario, seppure con tante difficoltà.
Stando questi mesi in Pintadas, penso di potervi dire che nessuno dovrebbe
lamentarsi del sistema sanitario, del sistema scolastico, delle infrastrutture
e dei servizi pubblici di cui la popolazione italiana può beneficiare: sebbene
vi siano pecche penso che viaggino su parametri di eccellenza, frutto di un
lungo cammino. A nessuno auguro di venire ricoverato in un ospedale come quelli
presenti in tanti municipi della Bahia, inoltre molti non possono accedere alle
cure perché non hanno i soldi per pagare. Anche il sistema scolastico, sebbene
abbia fatto passi avanti, è molto debole: non è infrequente trovare maestri che
fanno fatica a leggere! Penso che dovremmo ringraziare il Signore più spesso
per i tanti benefici di cui godiamo in Italia e che molto spesso diamo per
scontati. Vorrei però soffermarmi su un punto che qui in Pintadas ho ritrovato
e che purtroppo in Europa stiamo perdendo: il rapporto tra il ritmo di
lavoro, il riposo e la festa. In Europa stiamo perdendo il senso della
festa e del riposo, dimensioni che umanizzano la vita, per vivere una forma
subdola di schiavitù del lavoro. Qui in Pintadas ancora la festa e il riposo
plasmano la società insieme al lavoro. Ancora la domenica è giorno di riposo e
festa; le feste della città coinvolgono tutte le persone e le varie dimensioni
della vita; ogni giorno si lavora ma c’è anche il tempo per fermarsi, per
curare le relazioni. Tutte le settimane il mercato del lunedì è momento di
incontro per tutti. Da ogni punto e con ogni mezzo – cavallo, giumento, mulo,
furgoni e autobus mezzi scassati, moto e quant’altro – la popolazione si
ritrova per il mercato che è anche momento di scambio e relazione. Vi posso
assicurare che si respira un altro ritmo di vita, anche se si incominciano a
vedere i primi segnali di una globalizzazione che vuole entrare e distruggere
tutto ciò. E’ bene ricordare che sto parlando della realtà di un piccolo
municipio dell’interno della Bahia e non della situazione generale del Brasile.
Il Brasile è un continente e ben differente è per esempio la vita in una grande
megalopoli come può essere San Paolo.
Avrei tante cose da condividere, ma
vorrei concludere comunicandovi 5 punti su cui la chiesa brasiliana da anni
sta camminando: le cinque priorità dell’azione evangelizzatrice. La prima è
la dimensione missionaria permanente della chiesa, con l’invito a una
conversione pastorale delle strutture. La seconda intimamente legata alla
prima, è ripensare alla catechesi come iniziazione cristiana basata sul modello
catecumenale della chiesa dei primi secoli. Si vuol ripensare a una catechesi
che diventi missionaria, che sappia coniugare annuncio, celebrazione e vita, e
che sappia annunciare il kerigma della fede – il mistero salvifico di passione,
morte e risurrezione di Gesù Cristo – a tanti giovani e adulti che hanno perso
il senso della fede. Il terzo pilastro che alimenta le precedenti dimensioni è
quello della Parola di Dio, che sempre più deve stare al centro della vita
delle comunità cristiane: sempre più la chiesa deve diventare un luogo di
animazione biblica della vita e della pastorale. La quarta priorità, alla luce
delle precedenti, è quella di concepire la parrocchia come comunità di
comunità. A Pintadas, che è una delle realtà più piccole con 11 mila abitanti e
550 km2 di territorio, sono parroco di trentadue comunità che devono
camminare con le loro gambe e con uno stile di comunione. L’ultima priorità è
la dimensione sociale dell’azione evangelizzatrice della chiesa, che deve porsi
a servizio della vita piena per tutti.
Un carissimo saluto a tutti, con il
cuore ricolmo di gioia e benedizioni per tutti voi, nella comunione di Cristo.
Siete una grande grazia che Dio ha
posto sul mio cammino! Che Dio vi benedica!!
P. S. Qui la popolazione abitualmente
si saluta con queste espressioni: “Che Dio ti benedica”, “Amen”, “Che Dio ti
accompagni”, “Che Dio ti doni tanta vita e salute”, “Molta luce e molta pace”
“Se Dio vorrà”. Non sarebbe bello che anche noi cristiani iniziassimo a
salutare così in Italia?
Don Luca Grassi
Pintadas, 18.8.2015