"Nel territorio sono nate esperienze di vita comunitaria
molto diverse tra di loro,
tanto diverse quanto ricche"
[Le comunità Caritas, Caritas Reggiana]
Le parole iniziali, scritte dal direttore della Caritas diocesana di Reggio Emilia in un opuscolo da poco uscito, sono parole profetiche.
Da mesi infatti io e don Paolo stavamo ragionando e progettando una proposta alta agli universitari: un anno di missionarietà. Una missione a km zero (come direbbero in Casa della Carità), che si concretizza in due ambiti: vita comunitaria e servizio.
Il primo punto è abbastanza comprensibile: uscire di casa per vivere con altri coetanei (non per forza amici). I motivi dell'uscita di casa possono essere differenti per ciascun universitario. Ciò che si auspica da questo anno è lo sperimentarsi a costo pressoché nullo e condividere un'esperienza di fraternità del quotidiano che apra nuovi orizzonti.
Ogni azione educativa (di questo si parla) ha bisogno di un inizio e di una fine: occorre un tempo. Abbiamo pensato a 11 mesi con inizio 1 settembre e termine il 31 luglio. L'idea infatti non è quella di evadere dal quotidiano ma, al contrario, prendersi un periodo per poter discernere e capire a cosa il Signore ti sta chiamando. Siamo dentro una prospettiva vocazionale.
Per servizio (il secondo ambito nel quale si articola questo anno di missionarietà), chiediamo a ciascun ragazzo e a ciascuna ragazza di dedicare un paio di pomeriggi alla settimana in un oratorio dell'unità pastorale. Quanto sarebbe bello avere un giovane e una giovane come educatori in ciascun oratorio: sarebbero oratori ancora più familiari, in cui le diversità diventano complementarietà.
In poche parole, ciascun ragazzo gratuitamente sarebbe ospitato dalla comunità e gratuitamente donerebbe parte del suo tempo per le giovani generazioni della comunità: un bel circolo virtuoso insomma!
Questi giovani (abbiamo già chi ha accettato) saranno accompagnati da me e don Paolo lungo il corso degli 11 mesi proposti: un accompagnamento di formazione pedagogica e spirituale. Con il sottoscritto faremo un incontro di equipe una mattina ogni due settimane così da prenderci cura dei ragazzini di ciascun oratorio in maniera comunitaria. Ci saranno anche dei colloqui personali periodici per metterci in ascolto del loro cammino e sostenerli nel quotidiano.
Non ci interessa riempire una casa. Non ci interessa proporlo a tutti. Ci interessa accompagnare qualche giovane con questa proposta che immaginiamo possa essere significativa oggi nel suo cammino personale. Siamo in un'ottica di chiamata.
"Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perchè le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di "uscita"" [Evangelii Gaudium n. 27, Papa Francesco]
Chiediamo la preghiera da parte di tutti affinché ciò che lo Spirito ci sta suggerendo incontri giovani audaci e liberi.
ciri
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