giovedì 4 gennaio 2018

Un profilo adolescenti in Emilia Romagna

Qualche tempo fa sono stato a un convegno sulle tematiche adolescenziali in Regione a Bologna. Finalmente sono riuscito a studiarmi parte del materiale che mi è stato consegnato. Il materiale statistico (per quanto come ogni indagine debba essere presa con le pinze...e lo dico da gran sostenitore degli studi sociali) è davvero interessante. Talmente tanto che non posso tenermelo per me. Così ho voluto lasciarvi alcuni dati che mi hanno particolarmente interpellato e che possono avere agganci con la missione degli oratori.
Partiamo dal fatto che in Emilia Romagna ci sono circa 346mila adolescenti, ovvero ragazzi di età compresa fra 11 e 19 anni (7,8% della popolazione regionale). Il 13% è straniero e i maschi superano lievemente le ragazze.
Il 90% dichiara di percepirsi in buona salute anche se il 45% assume farmaci, solitamente autoprescritti, almeno una volta a settimana. Solo il 17% mangia frutta e verdura in quantità sufficiente. Per quanto riguarda le ragazze di 15 anni, 1 su 2 percepisce il proprio corpo come grasso sicché 2 su 5 sono a dieta con l'obiettivo di perdere peso. Anche il 14% dei maschi dichiara di essere a dieta ma con l'obiettivo di aumentare massa muscolare.
Uno dei dati che mi fa drizzare le antenne è quello del consumo di alcool. Guardano ai 15enni, quasi 1 su 2 ne consuma frequentemente. Inoltre, per quanto riguarda gli individui fra i 15 e i 19 anni, 1 su 3 ha bevuto almeno 5 unità alcoliche nella stessa occasione negli ultimi 30 giorni. Quest'ultimo è un fenomeno in crescita e prende il nome di “binge drinking”.
Quasi 1 adolescente maschio su 2 gioca d'azzardo in maniera occasionale: il 4,4% è a rischio di dipendenza patologica, mentre lo 0,9% lo è a tutti gli effetti.
Mi ha sgomentato il fatto che nel 2015 cinque adolescenti sul nostro territorio regionale abbiano scelto di togliersi la vita. E sapere che il dato è in linea con gli anni precedenti di certo non mi ha anestetizzato. Non riesco a farmi andar giù queste tragedie. Non ho soluzioni, solo pensieri.
Per quanto riguarda le relazioni, sappiamo bene come sul pianeta adolescenza siano importanti le amicizie, tanto che circa 4 ragazzi su 5 si sentono di poter parlare di tutti i loro problemi con gli amici. Il 94% di essi si frequentano durante il tempo libero. Il 36% dichiara di avere un gruppo stabile di amici. Tuttavia non mancano coloro che si ritirano quasi totalmente (1,5%).
Altro tema importantissimo in questo campo riguarda gli affetti: 3 ragazze su 5 dichiarano di vivere una relazione sentimentale stabile; per quanto riguarda i maschi invece solo 2 su 5.
Di coloro che frequentano la scuola, il 15% sono stranieri e il 3% disabili. Tra gli iscritti al primo anno delle scuola superiore, 1 adolescente su 10 abbandona gli studi. Negli istituti professionali 1 ragazzo ogni 3 è ripetente. In queste scuole quasi 2 adolescenti su 3 sono maschi, 1 su 3 è straniero e al termine del primo anno 1 su 3 viene bocciato.
Circa 1 adolescente su 10 pratica attività di volontariato, in particolare coi bambini. Tra le più frequenti vi sono anche attività con anziani, poveri e disabili.
Quasi la metà dei giovanissimi dichiarano che molta probabilità troverebbero maggiori opportunità all'estero per realizzare i propri sogni. Il 36% ne è certo; solo il 13% non è d'accordo con questa idea.
Il tempo libero è sfruttato in particolare per trovarsi con gli amici. In seconda posizione, a pari merito, troviamo lo sport e la tv. Il 30% degli adolescenti pratica attività sportiva più di quattro giorni a settimana. Tuttavia i 15enni sono i più a rischio di dropout: il 9% non pratica mai attività sportiva. Inoltre, il 29% degli adolescenti passa più di 2 ore al giorno tutti i giorni davanti alla televisione.
Il 28% dichiara di non aver letto nemmeno un libro nell'ultimo anno; solo il 31% ne ha letti più di tre.
Il 30% dei ragazzi dichiara di non far nulla durante il tempo libero: questo mi sbigottisce. Spero sia una provocazione tipica di questa età.
Mi stupisce, ma in senso positivo, vedere che 4 giovanissimi su 5 vivono con entrambe i genitori: mi sarei aspettato un numero molto inferiore. Il 12% vive solo con la madre, l'1% col padre (tanti quanti vivono solo con i nonni), e il 4% in nuclei ricomposti.
Circa 1 ragazzo su 4 riceve una “paghetta” settimanale, della somma media di quasi 20 euro. 3 su 5 hanno la sana abitudine a risparmiare: qua salta l'immagine più diffusa degli adolescenti con le mani bucate. Che la crisi economica abbia tenuto vigili le loro coscienze?
Parlando delle preoccupazioni dei genitori svetta prima in classifica la voce “subire incidenti stradali”, che supera preoccupazioni che dal mio punto di vista educativo mi paiono più stringenti come la “mancanza di prospettive”, la frequentazione di “cattive compagnie” e “l'abuso di alcool”.
In 3 famiglie su 4 gli adolescenti sono liberi di parlare di qualsiasi argomento: in quasi tutte le opinioni sono diverse. Questo è un dato sanom anzi sarebbe ancora più opportuno fosse più elevato. Questo perché in una famiglia dove si è liberi di parlare avendo opinioni diverse favorisce la crescita del ragazzo. Gli estremi da evitare sono evitare i conflitti (o perché non vi è dialogo o perché vi è un'unica direzione imposta) oppure confliggere su tutto (come capita al 5% delle famiglie).
Per quanto riguarda gli spazi di aggregazione spicca l'elevato numero di biblioteche, alcune dedicate ai ragazzini. Ma ciò che mi stupisce e mi fa riflettere sulla nostra missione è che ancora prima dei centri commerciali, delle polisportive e delle associazioni culturali, come centri di aggregazione più diffuso sul territorio e più attivo dei precedenti vi siano gli oratori e le parrocchie.
Tanti altri sarebbero i dati degni di nota ma ci fermiamo qui. Tracciato una sorta di identikit dell'adolescente ciò che agita il mio cuore sono almeno due cose: chiederci se conosciamo i nostri ragazzi veramente e cosa proponiamo per stare loro accanto come compagni di strada in questo periodo fluidità quale è questa fase della vita.

Certo non possiamo prendere su di noi tutto questo onere. Tuttavia siamo punti di riferimento o lo possiamo diventare sempre più. Occorre farlo nella maniera migliore possibile. Teniamo aperte queste due domande: ci faranno fare strada per rendere i nostri oratori veri incroci fra strada e chiesa.

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