Da tre settimane abbiamo iniziato a riabitare gli oratori della nostra UP cercando sempre di vivere le relazioni che si creano secondo lo stile del Regno di cui Gesù ha tanto vissuto oltre che tanto parlato. Non semplice ma occorre puntare in alto, e i frutti si vedono.
Come impostazione abbiamo cercato di mantenere quella degli altri anni cercando di aumentare la presenza la dove si è potuto, ad esempio al sabato dopo il catechismo a San Bartolomeo grazie alla disponibilità di Alex e Terenz (due nomi che suonerebbero bene in una serie tv degli anni 90 fra l'altro).
Al di là delle battute partire non è facile anche perché non possiamo fare affidamento ad altri giovani che sarebbero potuti saltare sulla barca grazie all'anno di vita comunitaria a Codemondo: siamo in meno giovani-adulti e ben frammentati.


Bellissime anche le collaborazioni con gli adulti, sia quelli che da anni sono dentro al progetto sia i nuovi che arrivano talvolta con nuove idee. Queste per me sono benedizioni e segno di generatività (si scrive così?), cioè segno di comunità che iniziano a vedere che c'è del bello e del buono in oratorio e che si sentono chiamate a renderlo ulteriormente bello e buono.

Quest'anno l'idea è di farci accompagnare da una figura che dell'oratorio è stato un padre: san Filippo Neri. Cercheremo di riflettere sui messaggi che ha mandato a suo tempo e che possono essere utili per il nostro e lavoreremo sulla sua figura nello specifico attraverso un film (da guardare più avanti quando la stagione è davvero brutta e fredda).
Ecco un pochino le idee in cantiere che stanno gravitando attorno al progetto invernale degli oratori. Come avrete visto ci sono locandine che girano sui telefoni, su facebook oppure che potete vedere appese alla bacheche: non solo per pubblicizzare ma soprattutto per ricordarci che l'oratorio è roba di comunità, che nel piccolo o nel grande riguarda tutti perché - come dice don Michele Falabretti, incaricato nazionale di pastorale giovanile - l'oratorio è una medicina per prendersi cura delle giovani generazioni del proprio territorio.
Concludo dicendo che nella locandina marrone troverete cose che sono partite, altre che partiranno, alcune che non siamo sicuri di riuscire a far partire nei tempi pensati...vorrei che qualcuno mi chiamasse (come sta succedendo, poco ma sta succedendo) per qualcosa che ancora non c'è scritto, da scrivere insieme, da far vivere insieme.
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