Siamo ormai al termine dell'Avvento. Sembrava ieri il suo inizio. Fra poche ore festeggeremo il Natale...ma ne siamo consapevoli?
In questi giorni, mentre scambio due chiacchiere coi ragazzi degli oratori chiedo loro se durante le vacanze saranno a casa. Moltissimi partono: diversi albanesi vanno a trovare i parenti, alcuni pakistani vanno a in Germania, Inghilterra, altre regioni di Italia dove vivono i cugini, i reggiani si dividono fra campeggi invernali e settimana bianca. Un Natale tutt'altro che rilassante. Ma, in effetti, leggendo i brani biblici di questi giorni la Bibbia stessa ci presenta una dinamicità pazzesca: Zaccaria che va al tempio, Gabriele che incontra Maria, Giuseppe che non sta nella pelle, Maria che va a trovare Elisabetta, la famiglia di Nazaret che va a Betlemme per censirsi, i pastori che accorrono, i magi che viaggiano...
Tuttavia alcuni restano (come me). Ho lanciato la proposta di tenere aperto un oratorio per le superiori come l'anno scorso i primi giorni dell'anno... Non sembra l'anno buono però. Così ho pensato di fermarmi io e lasciare che chiunque passerà da Regina Pacis (l'oratorio più centrale, aperto e vissuto) i primi giorni dell'anno sia accolto come si deve. Cosa mi aspetta? Incontri, tanti incontri mi auguro.
Se durante il resto dell'anno corro da un oratorio all'altro dell'UP, questo periodo natalizio proverò a stare ad aspettare in oratorio (oltre alle dovute ferie...in famiglia e ad Assisi coi ragazzi di Correggio che seguo). Mi spoglierò delle vesti dell'educatore onnipresente (che non sono) e indosserò quelle che mi si addicono di più, quelle povere di una stalla... d'altronde il Natale non è iniziato così, in una mangiatoia? E chissà che non incontri i "magi", i "pastori" e i "locandieri" di oggi.
Buon Santo e Povero Natale!
giovedì 21 dicembre 2017
giovedì 14 dicembre 2017
Consigli di Oratorio
Un sistema complesso, come spesso si presenta l'oratorio, non può essere gestito secondo il metodo semplicistico di uno che ha in testa tutto e con attorno un folto numero di persone che pendono dalle sue labbra.
In diverse realtà oratoriana è riconosciuta e definita la presenza di un coordinatore (educatore di progetto). Tuttavia l'esperienza suggerisce che non sia lasciato solo, ma che possa contare su una equipe di coordinamento, per evitare la duplice negatività dell'agire autoreferenziale e del peso della solitudine di fronte alle responsabilità. Oltretutto si minerebbe alla base lo spirito di comunione, condivisione e corresponsabilità.
Allo stesso tempo le tante figure educativi presenti nell'ambiente oratoriano non possono essere semplicemente accostate le une alle altre, assecondando la spontanea divisione a gruppi di interesse, che non poche volte hanno dato vita a una competizione interna: la squadra del catechismo, quella dello sport, quella degli animatori, quella della liturgia, ...
L'esigenza di dare una struttura organizzativa all'oratorio si deve confrontare con il delicato ma necessario compito di rendere concreti i suoi valori e le sue finalità, rispettando la sua identità e rispondendo alla sua missione.
A tali caratteristiche corrisponde il Consiglio di Oratorio presieduto dall'educatore di progetto. A tale organismo è doveroso che partecipino i responsabili dei principali "settori" presenti in oratorio, la rappresentazione dei genitori, degli animatori e delle associazioni, il parroco o curato. E' un consiglio che si deve occupare del calendario annuale e dei molti aspetti organizzativi ma è opportuno che dedichi un adeguato tempo alla verifica delle iniziative e allo studio delle problematiche giovanili. E' nel contesto di tale organismo che i responsabili si fanno interpreti fondamentali dell'identità ecclesiale dell'oratorio.
[Tratto da "I ragazzi dell'Oratorio"]
Con queste parole don Claudio Belfiore (esperto di oratorio) ci indica alcune piste per creare dei CdO (Consigli di Oratorio). Nella fattispecie abbiamo provato a descrivere l'organizzazione del progetto oratori della nostra UP con il seguente schema.
Come si vede, il lavoro dei CdO è supportato e preceduto da un duplice lavoro: quello dell'Educatore di progetto (Ciri o chi per lui) e dell'Equipe Oratori, costituito dai giovani universitari che hanno fatto scelta di servizio e di fraternità per questo anno (Arianna, Ilaria e Alex).
Sentiamo la necessità di estendere a una platea maggiore l'invito a partecipare ai CdO, consci del fatto che forse ci sono energie non interpellate che potrebbero invece essere preziose: se ti senti interpellato comunicalo a Ciri.
Con queste parole don Claudio Belfiore (esperto di oratorio) ci indica alcune piste per creare dei CdO (Consigli di Oratorio). Nella fattispecie abbiamo provato a descrivere l'organizzazione del progetto oratori della nostra UP con il seguente schema.
Come si vede, il lavoro dei CdO è supportato e preceduto da un duplice lavoro: quello dell'Educatore di progetto (Ciri o chi per lui) e dell'Equipe Oratori, costituito dai giovani universitari che hanno fatto scelta di servizio e di fraternità per questo anno (Arianna, Ilaria e Alex).
Sentiamo la necessità di estendere a una platea maggiore l'invito a partecipare ai CdO, consci del fatto che forse ci sono energie non interpellate che potrebbero invece essere preziose: se ti senti interpellato comunicalo a Ciri.
martedì 12 dicembre 2017
Orientiamoci III media
Dalla fine di novembre è cominciato un percorso di orientamento alla scelta scolastica prossima per i ragazzi di III media. Tali incontro è portato avanti dagli educatori dei cammini formativi dei ragazzi assieme all'educatore di oratorio, così da permettere anche una eventuale mescolanza culturale e sociale dei ragazzi stessi.
Gli incontri (al lunedì a Regina Pacis e al venerdì a Roncina) sono impostati attraverso una metodologia altamente esperienziale: non ci sono grandi discorsi da ascoltare, ma tante attività ed esercizi per scavare nelle profondità di se stessi, quelle meno accessibili.
L'idea, infatti, è quella di dare ai ragazzi degli strumenti per capire cosa è già seminato dentro se stessi: competenze, talenti, attitudini, desideri, paure e progetti che sono già presenti in loro ma che hanno solo bisogno di essere illuminati e riletti.
Agli incontri stanno partecipando una quindicina di adolescenti, che sempre più si mettono i gioco con se stessi e con il gruppo di coetanei. Ad ogni incontro, infatti, c'è un momento di condivisione in cui ciascuno può sentirsi libero di comunicare ai presenti quando emerso per sé, senza mai che questo diventi un obbligo. Obbligarli a condividere quanto di più profondo si cela nel loro intimo sarebbe una violenza morale e psicologica gratuita e con non porterebbe alcun frutto se non marcio.
Al termine degli incontri non verrà dato alcun consiglio ai ragazzi: siamo convinti che ne abbiano già tanti. Tuttavia ci pare importante ascoltarli a tu per tu: un tempo in cui poter verbalizzare quanto prodotto dagli incontri e dalla rilettura del proprio vissuto. L'ascolto è un canale potentissimo per significare il proprio passato, presente e futuro... ma quanto spesso ce lo dimentichiamo.
Inoltre ci pare importante condividere questo tragitto assieme ai genitori attraverso un incontro di sintesi e per darci qualche linea guida di cosa non fare e di cosa fare come accompagnatori privilegiati dei propri figli.
E tutto questo non è Vangelo? Gesù non era un grande ascoltatore e un grande osservatore? Non illuminava la strada del vissuto delle persone che gli si facevano vicino? Non era un profondo conoscitore dell'anima, ovvero del lato più umano di ciascuno? E se noi educatori e genitori, alla scuola del Maestro, cerchiamo di ripetere nel concreto del quotidiano i gesti del bel Pastore, non stiamo evangelizzando?
Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: "Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io".
Gli incontri (al lunedì a Regina Pacis e al venerdì a Roncina) sono impostati attraverso una metodologia altamente esperienziale: non ci sono grandi discorsi da ascoltare, ma tante attività ed esercizi per scavare nelle profondità di se stessi, quelle meno accessibili.
L'idea, infatti, è quella di dare ai ragazzi degli strumenti per capire cosa è già seminato dentro se stessi: competenze, talenti, attitudini, desideri, paure e progetti che sono già presenti in loro ma che hanno solo bisogno di essere illuminati e riletti.
Agli incontri stanno partecipando una quindicina di adolescenti, che sempre più si mettono i gioco con se stessi e con il gruppo di coetanei. Ad ogni incontro, infatti, c'è un momento di condivisione in cui ciascuno può sentirsi libero di comunicare ai presenti quando emerso per sé, senza mai che questo diventi un obbligo. Obbligarli a condividere quanto di più profondo si cela nel loro intimo sarebbe una violenza morale e psicologica gratuita e con non porterebbe alcun frutto se non marcio.
Al termine degli incontri non verrà dato alcun consiglio ai ragazzi: siamo convinti che ne abbiano già tanti. Tuttavia ci pare importante ascoltarli a tu per tu: un tempo in cui poter verbalizzare quanto prodotto dagli incontri e dalla rilettura del proprio vissuto. L'ascolto è un canale potentissimo per significare il proprio passato, presente e futuro... ma quanto spesso ce lo dimentichiamo.
Inoltre ci pare importante condividere questo tragitto assieme ai genitori attraverso un incontro di sintesi e per darci qualche linea guida di cosa non fare e di cosa fare come accompagnatori privilegiati dei propri figli.
E tutto questo non è Vangelo? Gesù non era un grande ascoltatore e un grande osservatore? Non illuminava la strada del vissuto delle persone che gli si facevano vicino? Non era un profondo conoscitore dell'anima, ovvero del lato più umano di ciascuno? E se noi educatori e genitori, alla scuola del Maestro, cerchiamo di ripetere nel concreto del quotidiano i gesti del bel Pastore, non stiamo evangelizzando?
Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: "Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io".
giovedì 7 dicembre 2017
Maria, la piena di grazia!
Prima di scrivere questo articolo
confesso di essere andato a vedere cosa avessi scritto circa un anno fa a
proposito del Natale su questo blog: a distanza di un anno ho visto che alcune
mie speranze stanno diventando realtà e questo da serenità anche nel trambusto.
Siamo ormai alla vigilia della
festa dell’Immacolata e oggi (7 dicembre) è il mio compibattesimo: 31 anni da
figlio nel Figlio. Mi chiedo se veramente sto vivendo il mio battesimo, la mia
identità, vocazione e missione. La verità è che siamo in cammino, mai arrivati:
ma che bel cammino! In cammino come Maria, di casa in casa. Un bellissimo libro
di Ermes Ronchi narra tutte le case in cui Maria ha vissuto nei Vangeli: una
Maria umanissima e affascinantissima. Mi piace pensare che in una UP che si è
battezzata Santa Maria degli Angeli, anche i suoi oratori siano case di Marie. Non
saranno narrate nei Vangeli ma potrebbero narrare il Vangelo. Infatti sono
sempre più persuaso che le piccole azioni quotidiane, fatte nella ferialità,
parlino del più bello fra i figli dell’uomo.
Maria, assieme al suo sposo
Giuseppe, ci dona uno stile laicale estremamente evangelizzante: “Povera di
tutto, Dio non ha voluto che Maria fosse povera d’amore” (Ermes Ronchi). Se il
nostro stile educativo oratoriano prendesse sempre più esempio da questa coppia
allora basterebbe entrare in oratorio per respirare dinamiche del Regno dei
Cieli. Ogni oratorio sarebbe vissuto a immagine e somiglianza della casa di
Nazaret, ma anche di quella di Cafarnao, talvolta rassomigliare alla grotta di
Betlemme. Case, oratori in cui non c’è un bel niente di perfetto; ma case,
oratori in cui si impara l’arte di donarsi perché la vita cresca in sapienza e
grazia davanti agli uomini.
I ragazzi hanno bisogno di
persone che siano affascinate da Gesù e lo servano in essi. Hanno bisogno della
presenza tua, fatta di limiti e di talenti. Hanno bisogno di punti di
riferimento…come Maria lo è stata e lo è.
Buona festa dell’Immacolata!
ciri
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