Spesso si confondono
questi due termini ma in realtà c’è differenza nel parlare di
programmazione e nel parlare di progettazione. Quest’ultima
risponde a domande diverse dalla prima. Nel progettare occorre
domandarsi tre cose fondamentali: da dove si parte, dove si desidera
arrivare, come viaggiare. In altre parole e chiarirsi le idee sulla
realtà dalla quale siamo inseriti, le finalità e gli obiettivi da
raggiungere e infine lo stile e il metodo con il quale procedere.
Capite come in ambito educativo queste domande diventino basilare per
la creazione di un qualsiasi percorso.
Programmare invece
risponde alla sequenza di domande “chi-fa-cosa”. In altri termini
potremmo dire che programmare è la fase introduttiva
dell’organizzazione delle attività. Parla un linguaggio molto
concreto e ben comprensibile perché è lo slancio per rendere
visibile un’azione educativa.
Tuttavia si sente spesso
parlare di programmazione e poco di progettazione. Si programma
tanto, si progetta poco. È come iniziare a ordinare l’arredamento
di una casa senza aver scelto dove costruirla, quanto farla grande e
quali materiali utilizzare. Capite che è abbastanza imbarazzante la
scena: arrivano i camion con la consegna del forno, della lavatrice,
del divano, del tavolo… ma non c’è modo di inserirli dentro una
casa che non si è pensata.
Mi sono chiesto il motivo
di questo snobbare la progettualità. Bene, certamente una risposta è
dato dal fatto che siamo più abituati a programmare un’agenda che
non progettare la vita. Un’altra ragione è data dal fatto che
progettare ci chiede di alzare la posta in palio, ci chiede tante
energie e di puntare in alto. E qui entra in gioco la paura di
sbagliare e di precipitare trasformando il sogno in un’illusione e
dunque in una delusione. Oltre a questi due punti penso anche che per
progettare occorra una certa predisposizione e preparazione (meno
richieste nel programmare): è di grande aiuto una certa
professionalità fatta di attenzioni, accorgimenti, osservazioni,
ascolti, mediazioni e meditazioni.
Eppure progettare non è
solo importante è vitale! Se non si progetta i percorsi sono già
morti. Progettare è fondare la casa sulle fondamenta e appoggiare
una struttura prefabbricata sul suolo, senza andare in profondità,
senza poggiare sulla pietra d’angolo.
Ecco
perché tema di questo Weekend dell’Educazione sarà proprio la
progettazione dell’azione educativa e in particolare la
presentazione e la consegna del Progetto Oratori dell’UP Santa
Maria degli Angeli. Teniamo presente che questi temi sono all’ordine
del giorno nei tavoli della Pastorale Giovanile nazionale a Roma e
dunque siamo in perfetta sintonia con la Chiesa che ci guida e dal
soffio dello Spirito Santo che da vita ad ogni azione.
A tutti chiedo di
partecipare ai tre incontri del Weekend dell’Educazione, che si
terrà da venerdì 20 a domenica 22 aprile presso gli spazi
dell’oratorio di Regina Pacis. Invito tutti coloro con più di 14
anni a partecipare a queste discussioni: è roba vostra! Prendetevene
cura altrimenti nessuno lo potrà fare al posto vostro. Non vi è
chiesto molto. Vi è chiesto il necessario. Abbiamo asciugato il
programma (a proposito) dell’evento proprio per permettere a tutti
di esserci con le orecchie, con il cuore, con la mente e con la
parola. Vivere il Weekend dell’Educazione sarà l’unica maniera
per capire davvero il pensiero che ci sta dietro all’azione
educativa degli oratori della vostra UP.
Vi aspetto con tanta
fiducia!
Ciri
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