Qualche tempo fa sono stato a un
convegno sulle tematiche adolescenziali in Regione a Bologna.
Finalmente sono riuscito a studiarmi parte del materiale che mi è
stato consegnato. Il materiale statistico (per quanto come ogni
indagine debba essere presa con le pinze...e lo dico da gran
sostenitore degli studi sociali) è davvero interessante. Talmente
tanto che non posso tenermelo per me. Così ho voluto lasciarvi
alcuni dati che mi hanno particolarmente interpellato e che possono
avere agganci con la missione degli oratori.
Partiamo dal fatto che in Emilia
Romagna ci sono circa 346mila adolescenti, ovvero ragazzi di età
compresa fra 11 e 19 anni (7,8% della popolazione regionale). Il 13%
è straniero e i maschi superano lievemente le ragazze.
Il 90% dichiara di percepirsi in buona
salute anche se il 45% assume farmaci, solitamente autoprescritti,
almeno una volta a settimana. Solo il 17% mangia frutta e verdura in
quantità sufficiente. Per quanto riguarda le ragazze di 15 anni, 1
su 2 percepisce il proprio corpo come grasso sicché 2 su 5 sono a
dieta con l'obiettivo di perdere peso. Anche il 14% dei maschi
dichiara di essere a dieta ma con l'obiettivo di aumentare massa
muscolare.
Uno dei dati che mi fa drizzare le
antenne è quello del consumo di alcool. Guardano ai 15enni, quasi 1
su 2 ne consuma frequentemente. Inoltre, per quanto riguarda gli
individui fra i 15 e i 19 anni, 1 su 3 ha bevuto almeno 5 unità
alcoliche nella stessa occasione negli ultimi 30 giorni. Quest'ultimo
è un fenomeno in crescita e prende il nome di “binge drinking”.
Quasi 1 adolescente maschio su 2 gioca
d'azzardo in maniera occasionale: il 4,4% è a rischio di dipendenza
patologica, mentre lo 0,9% lo è a tutti gli effetti.
Mi ha sgomentato il fatto che nel 2015
cinque adolescenti sul nostro territorio regionale abbiano scelto di
togliersi la vita. E sapere che il dato è in linea con gli anni
precedenti di certo non mi ha anestetizzato. Non riesco a farmi andar
giù queste tragedie. Non ho soluzioni, solo pensieri.
Per quanto riguarda le relazioni,
sappiamo bene come sul pianeta adolescenza siano importanti le
amicizie, tanto che circa 4 ragazzi su 5 si sentono di poter parlare
di tutti i loro problemi con gli amici. Il 94% di essi si frequentano
durante il tempo libero. Il 36% dichiara di avere un gruppo stabile
di amici. Tuttavia non mancano coloro che si ritirano quasi
totalmente (1,5%).
Altro tema importantissimo in questo
campo riguarda gli affetti: 3 ragazze su 5 dichiarano di vivere una
relazione sentimentale stabile; per quanto riguarda i maschi invece
solo 2 su 5.
Di coloro che frequentano la scuola, il
15% sono stranieri e il 3% disabili. Tra gli iscritti al primo anno
delle scuola superiore, 1 adolescente su 10 abbandona gli studi.
Negli istituti professionali 1 ragazzo ogni 3 è ripetente. In queste
scuole quasi 2 adolescenti su 3 sono maschi, 1 su 3 è straniero e al
termine del primo anno 1 su 3 viene bocciato.
Circa 1 adolescente su 10 pratica
attività di volontariato, in particolare coi bambini. Tra le più
frequenti vi sono anche attività con anziani, poveri e disabili.
Quasi la metà dei giovanissimi
dichiarano che molta probabilità troverebbero maggiori opportunità
all'estero per realizzare i propri sogni. Il 36% ne è certo; solo il
13% non è d'accordo con questa idea.
Il tempo libero è sfruttato in
particolare per trovarsi con gli amici. In seconda posizione, a pari
merito, troviamo lo sport e la tv. Il 30% degli adolescenti pratica
attività sportiva più di quattro giorni a settimana. Tuttavia i
15enni sono i più a rischio di dropout: il 9% non pratica mai
attività sportiva. Inoltre, il 29% degli adolescenti passa più di 2
ore al giorno tutti i giorni davanti alla televisione.
Il 28% dichiara di non aver letto
nemmeno un libro nell'ultimo anno; solo il 31% ne ha letti più di
tre.
Il 30% dei ragazzi dichiara di non far
nulla durante il tempo libero: questo mi sbigottisce. Spero sia una
provocazione tipica di questa età.
Mi stupisce, ma in senso positivo,
vedere che 4 giovanissimi su 5 vivono con entrambe i genitori: mi
sarei aspettato un numero molto inferiore. Il 12% vive solo con la
madre, l'1% col padre (tanti quanti vivono solo con i nonni), e il 4%
in nuclei ricomposti.
Circa 1 ragazzo su 4 riceve una
“paghetta” settimanale, della somma media di quasi 20 euro. 3 su
5 hanno la sana abitudine a risparmiare: qua salta l'immagine più
diffusa degli adolescenti con le mani bucate. Che la crisi economica
abbia tenuto vigili le loro coscienze?
Parlando delle preoccupazioni dei
genitori svetta prima in classifica la voce “subire incidenti
stradali”, che supera preoccupazioni che dal mio punto di vista
educativo mi paiono più stringenti come la “mancanza di
prospettive”, la frequentazione di “cattive compagnie” e
“l'abuso di alcool”.
In 3 famiglie su 4 gli adolescenti sono
liberi di parlare di qualsiasi argomento: in quasi tutte le opinioni
sono diverse. Questo è un dato sanom anzi sarebbe ancora più
opportuno fosse più elevato. Questo perché in una famiglia dove si
è liberi di parlare avendo opinioni diverse favorisce la crescita
del ragazzo. Gli estremi da evitare sono evitare i conflitti (o
perché non vi è dialogo o perché vi è un'unica direzione imposta)
oppure confliggere su tutto (come capita al 5% delle famiglie).
Per quanto riguarda gli spazi di
aggregazione spicca l'elevato numero di biblioteche, alcune dedicate
ai ragazzini. Ma ciò che mi stupisce e mi fa riflettere sulla nostra
missione è che ancora prima dei centri commerciali, delle
polisportive e delle associazioni culturali, come centri di
aggregazione più diffuso sul territorio e più attivo dei precedenti
vi siano gli oratori e le parrocchie.
Tanti altri sarebbero i dati degni di
nota ma ci fermiamo qui. Tracciato una sorta di identikit
dell'adolescente ciò che agita il mio cuore sono almeno due cose:
chiederci se conosciamo i nostri ragazzi veramente e cosa proponiamo
per stare loro accanto come compagni di strada in questo periodo
fluidità quale è questa fase della vita.
Certo non possiamo prendere su di noi
tutto questo onere. Tuttavia siamo punti di riferimento o lo possiamo
diventare sempre più. Occorre farlo nella maniera migliore
possibile. Teniamo aperte queste due domande: ci faranno fare strada
per rendere i nostri oratori veri incroci fra strada e chiesa.