domenica 18 ottobre 2015

CAPITOL SPRITZ E' TORNATO!






Capitol Spritz – Glory Road


Inizio col botto per la nuova stagione del Capitol Spritz!!!  L’oratorio venerdi sera era pieno. L’incasso del bar e le offerte del cinema significative e incoraggianti per la nuova rassegna che ha come tema “Men vs Women”.  Quattro film dedicati sia a chi ha l’ultimo cromosoma X (Caramel, varia umanità femminile attorno ad un centro estetico libanese e We want sex, la lunga vertenza sindacale in uno stabilimento inglese delle lavoratrici per ottenere il medesimo  trattamento economico dei maschi), sia  a chi termina per Y (Glory Road, racconto dell’inarrestabile cavalcata della prima squadra di neri all’interno del campionato di pallacanestro universitario americano NCAA e I sogni segreti di Walter Mitty, le fantastiche avventure di un fotografo alla ricerca delle sue radici). 
L’esordio, volutamente leggero con la scelta di un film per tutti targato Disney, non ha deluso. il film racconta la vicenda della Texas Western, la prima squadra composta principalmente di neri del campionato di pallacanestro universitario americano, in grado di compiere l’impresa di vincere lasciando sul parquet una sola sconfitta nella stagione 1965. Malgrado l’estrema classicità con cui il regista ha narrato la storia, condensando in poco meno di due ore tutti i luoghi comuni del mondo del cinema di sport americano, il film è meno banale di quanto appaia. La difficile integrazione razziale, a distanza di un secolo dalla guerra civile americana, è rappresentata nella complessità di fare squadra con i compagni bianchi dei 7 nuovi giocatori che il coach trova girando in lungo e in largo nel paese. L’unica partita persa è quella in cui i tasti neri e quelli bianchi della partitura del coach hanno suonato asincroni, componendo una sinfonia stonata. Ma il tema più interessante sviluppato dal film è quello del rapporto fra genitori e figli. Il coach, unica figura genitoriale maschile presente nel film (circondato però da madri di colore apprensive e amorose), si sostituisce al padre di ciascuno di questi ragazzi nel tentare di dare loro regole e rigore. Insegna loro a giocare ma accetta anche che facciano di testa loro, disobbedendo a schemi non più funzionali per vincere la partita. Le regole principali rimangono (le dimensioni del  campo, il dover fare canestro) ma la partitura devono scriversela loro. La disobbedienza come valore. D’altronde se l’uomo non avesse disobbedito a quest’ora non ci sarebbe stato alcun progresso e saremmo, probabilmente, ancora nelle grotte e non (quasi) su Marte... bel film.
Dopo il primo anno di rodaggio contiamo che il secondo sia di consolidamento e di avvio di un’offerta culturale sempre più interessante e stimolante per tutti.

Stay tuned. 

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