E’ stata bellissima, anche se drammatica, la serata sulla
situazione del Congo svolta mercoledì 13 maggio, in una delle sale dell’Oratorio
di Regina Pacis, dove alcuni amici congolesi hanno motivato l'affermazione del
tema della serata: il silenzio che uccide. Sono più di dieci milioni le vittime
di anni di sfruttamento e di guerre. Il motivo è la grande ricchezza del
sottosuolo congolese che attira gli avidi interessi dei paesi occidentali, tra
i quali anche l’Italia. Nessuno parla, perché si vogliono mantenere gli
interessi economici sul paese del Congo. Diceva Einstein negli anni ’40 del
secolo scorso che, chi avrebbe preso il Congo avrebbe dominato il mondo. Albert
Einstein affermava ciò perché era a conoscenza delle grandi ricchezze di
materie prime del sottosuolo congolese. Non si trova, infatti, solamente il
tanto desiderato coltan, materiale con il quale vengono fatti i cellulari (80%
del coltan del mondo si trova in Congo), ma anche oro, diamanti, argento,
petrolio. E che dire poi del caffè, cotone, olio di palma, gomma, zucchero,
corteccia di china e tanti altri frutti di una terra fertilissima. E allora, se
tanti congolesi sono fuggiti in Europa è perché gli europei sono andati in
Congo a depredare tutto quello che potevano, lasciando il paese in una
situazione invivibile. Per questo si tace e non si trova nulla della
devastazione in atto nei giornali occidentali.
Serate come queste servono a coscientizzare l'opinione pubblica, a
sostenere le campagne in favore dell'autonomia del popolo congolese e,
soprattutto ad uscire da una mentalità colonizzatrice e sentire un poco il peso
della responsabilità di abitare una cultura aggressiva, che non ha molto
rispetto per le diversità. I relatori hanno anche parlato del dramma che sta
avvenendo sul territorio congolese della violenza sulle donne. Migliaia di
donne sono state stuprate e il silenzio del mondo occidentale continua. Viene
da chiedersi: che cosa deve accadere ancora in questa bellissima terra
congolese per fermare questa aggressione?
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