martedì 3 ottobre 2017

Sinodo - Discussione 3

3. Attività e percorsi di accompagnamento in oratorio

L'oratorio accompagna con uno stile preciso: accogliere, affiancare, camminare insieme, non sostituirsi nel cammino, aspettare, sollecitare, responsabilizzare, rendere protagonisti, proporre, rileggere insieme.
L'oratorio accompagna nella crescita umana e spirituale. Non divide l'uomo dalla sua spiritualità, non crea scissione tra ciò che è della persona e ciò che è del Vangelo. È luogo di sintesi e di incontro anche fra le diverse dimensioni personali: non si educa a compartimenti stagni e, forse, i ragazzi sono stufi di eccessive specializzazioni che non riescono mai a rimettere insieme i pezzi della vita.
L'oratorio dovrebbe offrire questa possibilità: per questo risulta enormemente significativo là dove riesce a creare una sintesi tra vita e fede, un collegamento fra sentimenti e ragione, fra divertimento e responsabilità... Non ci mancano percorsi educativi, forse ne abbiamo fin troppi; ci mancano i luoghi sintesi fra i percorsi educativi: l'oratorio si muove dentro questa pretesa e assume questa sfida.
Fa parte della missione educativa e pastorale dell'oratorio non tirarsi indietro rispetto alla possibilità di essere ponte autentico, creatore di opportunità, perché si incrementi il bene verso le giovani generazioni.
(don Marco Mori, presidente Forum Oratori Italiani)



Bisogna avere occhi buoni per vedere che c’è un popolo di adolescenti e giovani desideroso di tener viva la speranza che una fraternità umana non solo è possibile, ma necessaria per non lasciarsi trascinare nel mulinello insidioso della violenza che sembra oggi il pensiero vincente.
Tenere aperte azioni di pastorale educativa giovanile significa riaprire ogni giorno un laboratorio di umanesimo, dove l’esperienza dello stare insieme, della condivisione delle parole, dei pasti condivisi e dell’ascolto reciproco, diventa tesoro prezioso.
Di questa fraternità i giovani portano la freschezza del sogno e la schiettezza della profezia.
(Riflessione di don Michele Falabretti,
responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile per la CEI)



Bisogna stare attenti al rischio della povertà di accompagnamento nell’oggi delle giovani generazioni, a causa del rifiuto ad accogliere e far proprie le sfide che provengono dall’apertura al mondo.
Di qui l’invito della nota (dei Vescovi italiani) a “stare sulla strada”, avendo tuttavia una duplice accortezza: che gli oratori “per loro natura non sono presidi per il contrasto al disagio sociale”, ma allo stesso tempo che essi “possono fare molto in termini di prevenzione e di sostegno ai ragazzi e ai giovani in difficoltà”.
Sono veramente i fanciulli e i ragazzi gli unici destinatari dell’oratorio? È in questo modo che la comunità cristiana si fa carico della responsabilità di educare le giovani generazioni? Cosa vuol dire che “l’Oratorio è espressione della cura materna e paterna della Chiesa” in riferimento alle giovani generazioni?
È sensato che l’oratorio non si occupi di adolescenti e giovani?
E che dire poi della “sfida dell’interculturalità”? può la comunità cristiana far finta di nulla? Forte dell’insegnamento evangelico della fraternità e aiutata dall’oratorio, giocare e far festa insieme, spesso ha favorito al ricostruzione del tessuto sociale e civile, perché è stata in grado di attivare “processi di accoglienza e di integrazione dei figli degli immigrati”.
(don Claudio Belfiore,
presidente del Centro nazionale opere salesiane
 e Coordinatore nazionale della pastorale giovanile per i salesiani d’Italia)


Domande per la discussione
      Le attività che si svolgono nei nostri oratori sono il centro del nostro agire o sono uno degli strumenti con i quali desideriamo accompagnare i nostri ragazzi in un percorso di crescita umano, sociale e spirituale?
      Come, il nostro oratorio, può essere o diventare luogo in cui aiutare i nostri ragazzi a fare sintesi fra fede e vita?
      Nel programma dei percorsi, delle attività e degli eventi che si propongono in oratorio quali pensi non siano più al passo coi tempi e facenti eco al Vangelo? Quali invece rispettano questi due criteri? Quali potrebbero essere le novità che una trasformazione in chiave missionaria del nostro oratorio?

      L'oratorio è strumento per fare proposte diversificate: il gioco in cortile, accompagnamento nei compiti, laboratori artistici e altro ancora. Come tali proposte possono stare insieme in un unico progetto senza snaturare l'oratorio in un albergo che affitta gli spazi? A chi potrebbero essere rivolte le diverse proposte diversificate? C'è posto per tutti in oratorio? Ci sono abbastanza energie per tutto ciò?

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