3.
Attività e percorsi di accompagnamento in oratorio
L'oratorio
accompagna con uno stile preciso: accogliere, affiancare, camminare insieme,
non sostituirsi nel cammino, aspettare, sollecitare, responsabilizzare, rendere
protagonisti, proporre, rileggere insieme.
L'oratorio
accompagna nella crescita umana e spirituale. Non divide l'uomo dalla sua
spiritualità, non crea scissione tra ciò che è della persona e ciò che è del
Vangelo. È luogo di sintesi e di incontro anche fra le diverse dimensioni
personali: non si educa a compartimenti stagni e, forse, i ragazzi sono stufi
di eccessive specializzazioni che non riescono mai a rimettere insieme i pezzi
della vita.
L'oratorio
dovrebbe offrire questa possibilità: per questo risulta enormemente
significativo là dove riesce a creare una sintesi tra vita e fede, un
collegamento fra sentimenti e ragione, fra divertimento e responsabilità... Non
ci mancano percorsi educativi, forse ne abbiamo fin troppi; ci mancano i luoghi
sintesi fra i percorsi educativi: l'oratorio si muove dentro questa pretesa e
assume questa sfida.
Fa
parte della missione educativa e pastorale dell'oratorio non tirarsi indietro
rispetto alla possibilità di essere ponte autentico, creatore di opportunità,
perché si incrementi il bene verso le giovani generazioni.
(don Marco Mori, presidente Forum Oratori Italiani)
Bisogna
avere occhi buoni per vedere che c’è un popolo di adolescenti e giovani
desideroso di tener viva la speranza che una fraternità umana non solo è
possibile, ma necessaria per non lasciarsi trascinare nel mulinello insidioso
della violenza che sembra oggi il pensiero vincente.
Tenere aperte azioni di pastorale educativa giovanile significa riaprire ogni giorno un laboratorio di umanesimo, dove l’esperienza dello stare insieme, della condivisione delle parole, dei pasti condivisi e dell’ascolto reciproco, diventa tesoro prezioso.
Tenere aperte azioni di pastorale educativa giovanile significa riaprire ogni giorno un laboratorio di umanesimo, dove l’esperienza dello stare insieme, della condivisione delle parole, dei pasti condivisi e dell’ascolto reciproco, diventa tesoro prezioso.
Di
questa fraternità i giovani portano la freschezza del sogno e la schiettezza
della profezia.
(Riflessione
di don Michele Falabretti,
responsabile
del Servizio nazionale per la pastorale giovanile per la CEI)
Bisogna
stare attenti al rischio della povertà di accompagnamento nell’oggi delle
giovani generazioni, a causa del rifiuto ad accogliere e far proprie le sfide
che provengono dall’apertura al mondo.
Di
qui l’invito della nota (dei Vescovi italiani) a “stare sulla strada”, avendo
tuttavia una duplice accortezza: che gli oratori “per loro natura non sono
presidi per il contrasto al disagio sociale”, ma allo stesso tempo che essi
“possono fare molto in termini di prevenzione e di sostegno ai ragazzi e ai
giovani in difficoltà”.
Sono
veramente i fanciulli e i ragazzi gli unici destinatari dell’oratorio? È in
questo modo che la comunità cristiana si fa carico della responsabilità di
educare le giovani generazioni? Cosa vuol dire che “l’Oratorio è espressione
della cura materna e paterna della Chiesa” in riferimento alle giovani
generazioni?
È
sensato che l’oratorio non si occupi di adolescenti e giovani?
E
che dire poi della “sfida dell’interculturalità”? può la comunità cristiana far
finta di nulla? Forte dell’insegnamento evangelico della fraternità e aiutata
dall’oratorio, giocare e far festa insieme, spesso ha favorito al ricostruzione
del tessuto sociale e civile, perché è stata in grado di attivare “processi di
accoglienza e di integrazione dei figli degli immigrati”.
(don Claudio Belfiore,
presidente del Centro nazionale opere salesiane
e Coordinatore nazionale della
pastorale giovanile per i salesiani d’Italia)
–
Le attività che si svolgono nei nostri oratori sono
il centro del nostro agire o sono uno degli strumenti con i quali desideriamo
accompagnare i nostri ragazzi in un percorso di crescita umano, sociale e
spirituale?
–
Come, il nostro oratorio, può essere o diventare
luogo in cui aiutare i nostri ragazzi a fare sintesi fra fede e vita?
–
Nel programma dei percorsi, delle attività e degli
eventi che si propongono in oratorio quali pensi non siano più al passo coi
tempi e facenti eco al Vangelo? Quali invece rispettano questi due criteri?
Quali potrebbero essere le novità che una trasformazione in chiave missionaria
del nostro oratorio?
–
L'oratorio è strumento per fare proposte
diversificate: il gioco in cortile, accompagnamento nei compiti, laboratori
artistici e altro ancora. Come tali proposte possono stare insieme in un unico
progetto senza snaturare l'oratorio in un albergo che affitta gli spazi? A chi
potrebbero essere rivolte le diverse proposte diversificate? C'è posto per
tutti in oratorio? Ci sono abbastanza energie per tutto ciò?
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