Ciò che è
chiesto a alla comunità cristiana non è di costruire un “paese dei balocchi” in
cui consentire ai ragazzi e ragazze di “bestemmiare il tempo” – espressione di
don Milani
[Marco Uriati, parroco del Corpus Domini di Parma]
Mentre
scrivo queste righe sono alla Casa del Giovane ed martedì 3 gennaio, il primo
giorno di fraternità coi ragazzi delle superiori. Se c’è una cosa che tengo
sempre a mente come educatore è il rischio che i progetti pensati diventino una
sorta di “paese dei balocchi” in cui i ragazzi, anziché imparare l’arte di
diventare uomini e donne, imparino a diventare degli asini. L’altro rischio è
estremo a questo: creare percorsi solo per una élite di ragazzi, trascurando
chi non sarebbe presumibilmente all’altezza.
l far il proprio dovere con la semplicità e la leggerezza di farsi ogni tanto qualche scherzo o dirsi una battuta, per ri-immergere la testa nei libri.
Ormai
sono le 16 e fra poco andrò a preparare il tè che inaugurerà un altro momento:
quello del relax e dei giochi di società. Come vedi il tempo per scrivere l’ho
quasi finito e già sto pensando e immaginando come andrà avanti questa giornata
che si appresta a diventare sera: il sole è orm
ai calato nella parte bassa
della finestra alla quale son vicino.
Ho
provato a descrivere questa giornata in prima persona, dicendo cosa ho visto…e
si vedono anche cose invisibili. Il clima che si sta creando non ha, dunque,
niente a che vedere con il “paese dei balocchi” né con una “isola dei famosi”. Qui
ci sono giovani che forse anche attraverso questa giornata hanno imparato senza
accorgersene a vivere in fraternità, prendendo sul serio e allo stesso tempo
solare le proprie responsabilità, sistemando e pulendo quanto usato e sporcato
anche da altri, giocando insieme a basket o scoppiando petardi (come i cinni) dopo
pranzo, pregando e mettendosi in ascolto di quelle parole che non passeranno
cercando di fondare la propria casa sulla roccia.
Dite
quello che volete, ma per me oggi è una grande benedizione!
ciri